Bunny Boy
- Autore: Lorenza Ghinelli
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2021
Lorenza Ghinelli pubblica per Marsilio il sequel del precedente Tracce del silenzio, storia inquietante di una bambina, Nina, sorda in seguito a un incidente, alla quale era stato applicato un modernissimo apparecchio acustico dotato di una placca rimovibile. Anche qui ritornano gli stessi personaggi: Nina, suo fratello Alfredo, sedicenne, i loro genitori Marco e Sara, e gli amici che vivono in una casa famiglia coordinata dall’educatore Luca, Casa Desiati. Qui vivono Nur e Rasha, due ragazze rifugiate in attesa di trovare una famiglia che le accolga, visto che hanno compiuto 18 anni. Ma nella storia violentissima che l’autrice racconta c’è anche un altro bambino, Graziano, che aveva vissuto un’infanzia tragica: bullizzato sistematicamente da amici crudeli, chiuso in un pozzetto insieme a un cucciolo e come unico conforto il pupazzo che rappresentava il suo eroe di riferimento, un manga giapponese, abbandonato da un padre violento e dissennato, eccolo l’uomo adulto trasformato in un assassino vendicatore, un uccisore seriale che adora le lame, i coltelli, e si placa solo con il sangue delle vittime che mutila orrendamente in una sorta di vendetta sacrale contro i padri, tutti i padri che ai suoi occhi hanno reso vittime i loro figli.
La bambina Nina, appena undicenne, pronta a entrare attraverso la comparsa del sangue mestruale nell’età adulta, è la protagonista di incubi ricorrenti che compaiono appena stacca dal suo orecchio la placca del trasmettitore, facendola piombare in incubi da grand guignol che sembrano metterla in comunicazione con quanto sta per avvenire a opera del ragazzo coniglio, quel Graziano ormai adulto, mai sazio del sangue delle sue vittime designate.
Malgrado i personaggi del romanzo siano ben tratteggiati e il contesto sociale degradato opportunamente analizzato, benché il ritmo della narrazione sia incalzante e il linguaggio adeguato a una storia così dolorosa, ho avuto qualche difficoltà a fronteggiare pagine davvero “splatter”, eccessivamente crude, francamente difficili da digerire; non credo che a molti lettori pagine così violente siano gradite.
Resta il merito all’autrice di aver affrontato molti dei temi che sono di grande attualità: la difficoltà degli adulti di intercettare i bisogni degli adolescenti, sia che siano parte della famiglia naturale o che invece vengano da un faticoso altrove. Inoltre il tema della sordità, metafora della difficoltà di mettersi in ascolto, è certamente trattato con attenta sensibilità. Al centro del libro resta il travagliato rapporto tra figli e genitori, e la rivalutazione della genitorialità non naturale: Rasha troverà a casa di uno sconosciuto quella serenità che il povero Graziano certo non aveva trovato nel suo padre biologico.
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