La colpa
- Autore: Lorenza Ghinelli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2012
Estefan nasconde un segreto inconfessabile, un macabro ricordo d’infanzia che lo perseguita. Forse si è macchiato di un crimine atroce, oppure è vittima di una memoria bugiarda, che distorce la realtà. Ma nella realtà, qual è la colpa per cui sua madre e suo padre hanno smesso di amarlo? (Note di copertina)
Nella cinquina dello Strega arriva un libro della Newton Compton, il cui boom editoriale e i primi posti in classifica sembrano derivare soprattutto dai prezzi di copertina ( 9,90 euro).
Il libro della giovane autrice Lorenza Ghinelli è certamente diverso dai vari libroni rosa o thriller che si sono disputati i risultati brillanti di vendite nella scorsa stagione, in quanto la qualità letteraria e stilistica è certamente diversa e decisamente migliore.
Tuttavia la storia raccontata in questo romanzo durissimo sulla condizione giovanile non è riuscita a catturarmi, forse per i toni troppo esageratamente deprimenti, a tratti devastanti, con cui ci viene raccontata la malattia mentale di Estefan Volterra, il giovane protagonista. Un eccessivo manicheismo, i genitori cattivi e incapaci di comprendere, lo zio pedofilo, gli adulti inesistenti e indifferenti di fronte alla sofferenza e alla solitudine dei più giovani, abbandonati ai loro incubi sempre generati dagli adulti, una continua presenza dell’angoscia di morte che fa da leit- motiv a tutto il racconto, rendono la lettura a volte troppo faticosa.
La prima parte del romanzo, quella che prende il titolo di Cartoon Killer, ci immette in un’atmosfera di follia nella quale il bambino di nove anni è piombato dopo l’episodio clou del libro, la morte del fratellino Sebastiano, di pochi mesi, di cui lui si sente responsabile. Un romanzo sul senso di colpa, un atto di accusa violenta contro il mondo adulto, incapace di comprendere e di difendere i propri cuccioli.
Non ci sono terapeuti, medici, psicologi a curare le ferite degli adolescenti raccontati nel libro e Martino, l’amico di Estefan violentato nell’inconsapevolezza della sua famiglia, o la piccola Greta, orfana di un tossica ragazza-madre, sono altrettante vittime di un mondo distratto, infelice, lontano, il mondo di adulti tutti presi da un egoismo autoreferenziale, che impedisce loro di amare davvero i propri figli. La Mamma di questo libro è un mostro artigliato, il nero è il colore della morte e dei cani che azzannano fisicamente e metaforicamente il giovane Estefan, del sangue che è sempre una pozza nera.
Il riscatto può essere l’amore per una bambina-sorella, Greta, che forse può restituire al ragazzo ferito e dilaniato il senso del reale, che è fatto anche di amore.
Le ricostruzioni ambientali, l’uso appropriato dei tempi della narrazione, un linguaggio stilisticamente rigoroso ci dicono di una scrittrice di talento. Tuttavia un eccessivo compiacimento nelle descrizioni più truci e la scelta dello “splatter” come cifra narrativa non mi hanno del tutto convinto.
“Il cuore trapana la gola e il vapore si allarga sul vetro secondo il principio perfetto che governa l’ossessione: di più, sempre di più, fino a coprire il reale che pulsa oltre il vetro”….
“C’è plasma che cola, in alto, da bordi della foto rivoli verticali di rosso venoso. Potrebbe macchiarsi l’immagine. Se solo il sangue ci colasse sopra. E invece cola dentro, a colorare la pelle di Estefan bambino. Dà luce alle gote. E’ il turno del nero, colora la scritta. Poi è il grigio a colare: cemento. Gli altri colori, pochi, fanno il resto...”
Un romanzo che va oltre il genere, scrive l’editore sulla copertina... forse, ma quale genere propone?
La colpa
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Condivido quanto scritto sopra. In più, ho il dubbio che la proliferazione di questa prosa poetica sia in gran parte il risultato di certe correnti omogeneizzanti.
E poi, resta in bilico la storia di Martino... che ne è, alla fine, di Martino? Viene lasciato in secondo piano.
L’ho letto volentieri per compensare la mia bassa propensione alla poesia, cui devo rimediare... prima o poi.