Dieci piccoli gialli di Carlo Barbieri

"Francesco, il bambino che tutti chiamavano Ciccio perché in Sicilia è il diminutivo di Francesco, ma forse anche perché era un po’ cicciottello...."

Questo è l’incipit dei racconti di esordio di Carlo Barbieri nel campo della letteratura dell’infanzia, che coglie ancora una volta il segno con questi piccoli e deliziosi gialli sempre con venature piacevoli e garbate di un fine umorismo, qual è la sua cifra stilistica.
In questi brevi racconti, raccolti nel libro "Dieci piccoli gialli", pare riconoscere le fattezze e l’intuito investigativo di quel Francesco Mancuso, che poi diverrà il personaggio principe delle indagini investigative, in questo frangente, un bambino di nome Ciccio che con abilità e astuzia risolve intrigati e curiosi casi. Un bambino che da grande aspira a diventare Commissario di Polizia.
Nemmeno le indagini dei veri funzionari istituzionali, riescono a individuare determinati particolari, essenziali per cogliere la soluzione dei casi investigativi risolti sempre brillantemente. Ma non solo, pare cogliersi distintamente in questi racconti, un intento educativo, che stimola il lettore a comportamenti corretti, formandosi così una consapevolezza dei valori autentici cui ogni individuo dovrebbe uniformarsi.

Viene a tratteggiarsi nei simpatici racconti gialli, ambientati in questo mondo di giovanissimi, una sorte di microcosmo della società, dove si scorgono in nuce problematiche rilevanti e attuali quali atteggiamenti di prepotenza inusuale e ingiustificata, veri e propri atti di bullismo di cui occorre indagare la vera ragione.
Ma non mancano nei racconti indagini su illeciti e reati spiccioli di poco conto, come il furto di una merendina, mentre più grave è il rubare il cane a un’anziana signora; brevi racconti per piccoli, ma che racchiudono concetti profondi, sensazioni e sentimenti per tutte le stagioni dell’uomo. La scrittura è sempre lieve, leggera anche quando è presente la tensione della suspense tipica delle atmosfere sospese dell’indagine nella ricerca della verità dei fatti e dell’individuazione del colpevole.
Ma non mancano le atmosfere e gli ambienti tipici delle classiche fiabe e sempre in tinte di giallo si ritrova il mago Merlino e il prode cavaliere Ciccio, sebbene in chiave onirica.
Il Commissario Ciccio si trova, via seguendo, a risolvere casi vieppiù intrigati ancor prima degli stessi poliziotti cui si rivolge, temendo anzi una reazione di questi che rimangono stupiti dall’arguzia e dall’intelligenza del futuro Commissario che riesce a trovare elementi di prova sfuggiti agli ufficiali di Polizia. Un eccellente intuito investigativo che si manifesta in ultimo anche quando facilità l’arresto da parte dei carabinieri ("la concorrenza....") di un malvivente che aveva commesso un furto su un treno ma che malauguratamente si era imbattuto nella stessa carrozza del “Commissario" in erba Ciccio Mancuso.

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