Siculo babbìo. Fantasie, discursi di cafè, miniracconti e persino minigialli
- Autore: Carlo Barbieri
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
È stato presentato nei giorni scorsi a cura della casa editrice Nuova Ipsa, con la partecipazione dell’autore e di Gaetano Basile, profondo conoscitore dell’anima siciliana, l’ultimo libro di Carlo Barbieri, Siculo babbìo. Fantasie, discursi di cafè, miniracconti e persino minigialli. Per i “continentali” chiariamo subito che il “babbìo”, protagonista dichiarato dell’opera, è una caratteristica dei siciliani difficile da rendere in italiano con una sola parola: è capacità di cogliere il lato umoristico delle cose, è battute fulminanti, è risata talvolta fine a se stessa e talvolta usata come una frusta. La Sicilia è stata sempre culla di babbiatori, e Gaetano Basile ne ha ricordato uno: il prof. Enrico Ragusa, autore nel 1948 di una Guida umoristica di Palermo, ripubblicata da Dario Flaccovio nel 2002. Figlio del proprietario dello storico Albergo delle Palme e professore all’Accademia di Belle Arti di Palermo, Ragusa si distinse per i suoi estrosi comportamenti con cui dileggiava il prossimo ma anche se stesso, rifiutandosi di prendersi sul serio. A lui si ispirò Pino Caruso raccontandone alla radio, agli inizi della sua carriera, episodi di vita vissuta.
“Ma il babbìo abita in Sicilia fin dalla preistoria” ha sottolineato Basile sciorinando una serie di antichissime “babbiate”, cominciando dall’Età del Bronzo, quando ai marinai greci che sbarcarono nell’isola venne fatto credere che i crani degli elefanti nani ritrovati ai piedi dell’Etna fossero appartenuti a giganti pastori. Una babbiata creduta così vera da dare origine alla leggenda di Polifemo arrivata fino a noi nell’Odissea.
“Con Siculo babbìo” – ha concluso Basile – “Carlo Barbieri si dimostra ancora una volta degno erede di questa grande tradizione che coinvolge l’intelligenza, l’ironia e lo spirito. Lo ha fatto con questo libro… impresentabile; ma “impresentabile” nel senso che è difficile da presentare perché non lo si può definire se non come un esilarante Carosello di opere di diversa natura”.
Si va infatti dai “pezzi” di pura comicità a quelli che graffiano i nostri difetti, alla Storia – quella con la S maiuscola – spudoratamente reinventata in cui il paracadute del “mi sono inventato tutto” si apre solo all’ultimo istante; un’intervista surreale a Camilleri per la giornata senza tabacco, scritta alcuni anni fa e diventata oggi, purtroppo, un affettuoso omaggio alla memoria del grande Maestro; “e persino mini-gialli”, ma mini gialli veri, in uno dei quali incontriamo il commissario Mancuso protagonista di tutti i polizieschi di Barbieri.
Uno spettacolo pirotecnico di storie dalle trame e dai finali inattesi a cui il lettore partecipa come se li ascoltasse dalla viva voce dell’autore, seduto al bar davanti a una tazzina di caffè, rimanendone affascinato e divertito. 37 “pezzi” in cui “uno tira l’altro come le ciliegie”, come ci dice nella prefazione Guido Clericetti, scrittore e autore di programmi RAI e Mediaset; pezzi facili da leggere ma, secondo l’autore,
“anche facili da scrivere perché in Sicilia scrivere è naturale, basta guardarsi attorno, il resto lo fa il DNA a cui hanno contribuito così tanti popoli e culture”.
L’opera contiene i racconti di “Babbiando babbiando”, un inedito vincitore del Premio Domina per la letteratura umoristica e, nella stessa manifestazione, del premio speciale della giuria per l’ambientazione siciliana. Ogni scritto ha il tempo di lettura indicato all’inizio, come nelle precedenti raccolte Pilipintò e Uno sì e uno no: “Così in bagno, in metro o in sala d’attesa vi regolate”, ci dice Carlo Barbieri, babbiando, naturalmente.
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