Assassinio alla targa Florio di Carlo Barbieri

“Donne, motori e un eredita misteriosa”, questo il sottotitolo di copertina di Assassinio alla targa Florio, che bene esprime i principali temi di questo giallo di Carlo Barbieri che con il suo stile sempre brioso e accattivante segue il Commissario Mancuso in indagini che hanno sullo sfondo la“Targa Florio”. Un evento che ha segnato un’epoca non solo in terra di Sicilia, una delle più antiche corse automobilistiche al mondo che dai primi del Novecento, si svolge nel circuito delle Madonie.
Una saggia mistura di suspense ed ironia impernia come sempre l’intrigata indagine che prende le mosse dalla morte di un’anziana nobildonna e dei suoi cani all’interno di un antica magione.

I nomi e i luoghi della “Targa”, riecheggiano nelle indagini che iniziano ai giorni nostri, ma si va a ritroso nel tempo durante i giorni drammatici in cui operò l’EVIS (Esercito volontario per l’indipendenza della Sicilia) con il colonnello Salvatore Giuliano.
Una vicenda in cui regna il mistero ritornando alla memoria della strage di Castiglione di Sicilia, il feroce eccidio di civili italiani nell’agosto del 1943 da parte dei nazisti della Wehrmacht.
Gli avvenimenti vengono narrati con un ritmo incalzante tra presente e passato, con episodi criminosi uniti agli eventi legati alla Targa Florio che vedeva tra i suoi protagonisti esponenti della nobiltà locale. Si sperimentavano nuove tecniche per raggiungere l’agognato traguardo della vittoria nel circuito che avrebbe impinguato le magre casse dei nobili locali, le cui finanze erano state sperperate dei loro progenitori. E durante le prove sul circuito della Targa poteva accadere di incrociare gli uomini di Giuliano che presidiavano il territorio.

La narrazione di quei momenti è fatta con precisi riferimenti storici e attraverso i dialoghi ed il narrato dello strumento letterario si comprendono ancor meglio alcune pieghe della storia nazionale con i suoi enigmi e misteri tuttora irrisolti.

L’ambientazione è sempre quella palermitana, nei suoi angoli più famosi in cui non può mancare la piazza della Vittoria, nei cui pressi vi è la Questura con il suo lussureggiante palmeto e l’insostituibile bar Marocco di fronte la Cattedrale con la sua gustosissima rosticceria, meta abituale del Commissario Mancuso.