Equazione di un amore
- Autore: Simona Sparaco
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giunti
- Anno di pubblicazione: 2016
È da poco in libreria “Equazione di un amore” (Giunti, 2016), il nuovo romanzo della scrittrice e sceneggiatrice romana Simona Sparaco, già autrice di “Nessuno sa di noi” (2013) vincitore del Premio Roma e finalista al Premio Strega e di “Se chiudo gli occhi” (2014), Premio Selezione Bancarella, Premio Salerno Libro d’Europa e Premio Tropea.
L’eterna lotta tra ragione e sentimento, tra cuore e cervello, è al centro dell’ultima prova d’autore di Simona Sparaco. “Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce” scrisse nel XVII Secolo il matematico, fisico, filosofo e teologo francese Blaise Pascal e questo la protagonista di Equazione di un amore Lea Federici lo sapeva molto bene, da quando, mediocre studentessa del liceo scientifico aveva incontrato Giacomo Valenti, studente più grande di lei, genio in matematica, afflitto da “cicatrici invisibili”. Il ragazzo che frequentava l’ultimo anno di liceo, trasferitosi da Torino a Roma a causa della professione paterna, aveva l’aria di essere tormentato da un’ombra che lo inseguiva ovunque e, pur essendo affabile, non mostrava mai alcuna intenzione di approfondire un rapporto. Era stato proprio questo essere così sfuggente che aveva affascinato Lea fin da subito. La ragazza sentiva che era stato il destino a farle conoscere Giacomo anche se quest’ultimo, pragmatico e “illuminista”, aveva precisato che il destino non esisteva, perché
“tutto avviene per caso o per necessità”.
Destino o non destino, Lea si era innamorata di Giacomo, quell’amore totalizzante che capita una sola volta nella vita, le ripetizioni di matematica “nella stanza in fondo al corridoio” a casa dei genitori di Giacomo, però non avevano giovato alla qualità del loro rapporto. Prima della fine dell’anno scolastico, i ragazzi si erano lasciati in maniera brusca. Giacomo si era diplomato, Lea era stata rimandata in matematica. Dopo alcuni anni, nel 2000, una mattina Lea doveva sostenere il suo primo esame universitario presso la Facoltà di Lettere e grande era stato il suo stupore quando si era accorta che l’assistente del professore che avrebbe dovuto interrogarla era Giacomo. Il ragazzino con le spalle strette e dall’aspetto ispido si era trasfigurato in un giovane dall’aria intrigante. Solo lo sguardo era rimasto sempre lo stesso. Anche i sentimenti di Lea nei confronti di Giacomo non erano cambiati, tra loro era scoppiata la passione ma Giacomo, l’amante perfetto, era e restava un uomo difficile, perché contraddittorio. Non si può stare con qualcuno che non ama la vita.
“Ti porterà all’inferno con lui”.
Era stato Vittorio, con il quale Lea era sposata da sei anni, a rimettere insieme i frammenti della sua vita, devastata dalla fine della storia con Giacomo. Ora la coppia viveva a Singapore, Vittorio lavorava presso il dipartimento legale di una banca d’investimenti e in quell’atmosfera asettica, ordinata, pulita e sicura Lea sentiva un senso di straniamento, quello stesso senso di straniamento presente nel romanzo che Lea aveva scritto (il diario di una giovane “expat”, espatriata, che immagina di passeggiare per le vie di Singapore con Lee Kwan Yew, politico singaporiano, fondatore della moderna città Stato) e che la stava per riportare in Italia, a Roma, per seguire le fasi di pubblicazione del libro.
Simona Sparaco dimostra di saper catturare l’attenzione del lettore raccontando la storia di un amore doloroso e complicato “da porte aperte e mai richiuse”, eppure quello tra Lea e Giacomo
“era stato un amore indissolubile, di quelli che si nutrono nell’oscurità dei ricordi”.
Equazione di un amore
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Il romazo si apre con Lea, una donna apparentemente felice che vive una vita apparentemente perfetta: possiede una casa lussuosa in una delle città più moderne del mondo,ha una condizione finanziaria agiata e al suo fianco c’è Vittorio, suo marito, un uomo meraviglioso che la ama con tutta la sua anima dal primo momento che incrociò il suo sguardo, che si prende cura di lei e che l’ha salvata da un passato doloroso,buio. Lea è una scrittrice, scrive il suo primo romanzo e aspetta che qualche casa editrice, a cui lei lo ha inviato, la contatti per la pubblicazione. E questo è ciò che succede, e a tal proposito le viene proposto di tornare a Roma per realizzare il sogno della sua vita. Ed è proprio in quel momento che il passato ritorna, prepotente, inesorabile, un passato al quale Lea non sa opporsi, perchè nel suo cuore e nella sua mente è vivo il ricordo di Giacomo, un ragazzo che a soli quindici anni le stravolse la vita e le fece conosce per la prima volta l’amore.
La storia tra Giacomo e Lea non è delle più semplici, ma soprattutto non è mai realmente finita. I due sono legati da un filo invisibile, che li porta inesorabilmente l’una dall’altro, che li allontana per anni per poi ricongiungerli improvvisamente, costantemente. Perchè Lea non riesce a dimenticare il suo primo amore? Perchè nonostante la sofferenza che gli ha provocato Giacomo sin dal loro primo incontro, lei si ostina a non dare un taglio al passato? E soprattutto ama realmente Vittorio o lui è solo un appiglio a cui lei si è aggrappata per uscire dal baratro in cui era sprofondata?
Una storia struggente, intensa, che colpisce dritto al cuore. Attraverso uno stile fluido e trascinante, Simona Sparaco regala ai suoi lettori una storia in cui il protagonista assoluto è l’amore. Lungi dall’essere una semplice romanzo rosa, attraverso il lessico ricco e appropriato si possono percepire i sentimenti, le parole arrivano dritto allo stomaco e proiettano in un universo nuovo. Proseguendo con la lettura, al lettore sembrerà non più di leggere un libro, ma di prendervi parte in prima persona.
Consigliato vivamente a tutti coloro che desiderano emozionarsi e vivere un’intensa storia d’amore.
’’ [...] Giacomo si sedette davanti al pianoforte, su un piccolo sgabello di cuoio consumato. Accennò solo qualche nota prima di interrompersi. Allontanò le dita dalla tastiera come se scottasse e le raccolse al petto, quasi per difendersi. Perfezionista qual era, doveva essere stato il timore di non essere all’altezza a farlo indietreggiare. [...] Rimase seduto davanti al pianoforte con lo sguardo di colpo rannuvolato, mentre fissava la tastiera. Posò le mani sulle ginocchia e le chiuse a pugno. Lea non aveva mai desiderato di baciarlo con la stessa urgenza. Era in piedi davanti a lui, e si avvicinò tanto da arrivare a sfiorargli i pugni chiusi con le ginocchia. Continuava a guardarlo, nella speranza che li riaprisse. E lui lo fece. Lea avvertì il tocco delle sue dita sulle cosce, una scossa che s’irradiò velocemente su tutto il corpo. Quella carezza era un invito a sedersi sopra di lui. Così lei allargò le gambe e obbedì. [...] Lasciò che le sue mani scorressero fino alle natiche, sotto la gonna. Lui la guardava arreso, mentre si faceva accarezzare i capelli come un bambino stanco. Così vicini, occhi negli occhi, era come tornare a casa dopo un lungo viaggio. Poi lui la baciò e mentre tornava a lei con la stessa avidità dei vent’anni, trovò anche il coraggio di allungare le mani alla tasiera e di ricominciare a suonare. Per tutto il tempo in cui suonò, aveva gli occhi chiusi e le labbra incollate a quelle di Lea. La stava baciando assecondando i movimenti che la musica gli dettava, ed eseguì l’intero brano agganciato alla sua bocca. ’’