Nel silenzio delle nostre parole
- Autore: Simona Sparaco
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
15 ore, una notte terribile, quella che vede distrutta da un incendio un’intera palazzina rosa al centro di Berlino. Simona Sparaco, nel suo romanzo "Nel silenzio delle nostre parole", vincitore di del Premio DeA Planeta 2019, racconta con pathos e con notevole maestria letteraria la storia di alcuni personaggi protagonisti, loro malgrado, di un’inspiegabile tragedia urbana.
Prendendo spunto dal rogo della Grenfell Tower di Londra, avvenuto nel 2017, l’autrice impressionata da quell’evento altamente drammatico immagina una storia a più voci che vede gli abitanti di un palazzo immaginario coinvolti in un’analoga tragedia.
Naima e suo figlio Bastien sono algerini di lingua francese, Polina è una ballerina classica compagna di Michail, noto regista russo. Alice è una studentessa in Erasmus, di Tivoli, che è andata a vivere a casa del giovane compagno Matthias, pittore di Dresda. Di fronte al palazzo che sta per andare in fumo c’è un locale sempre aperto, gestito da una famiglia turca: quella notte è di turno Hulya, giocatrice di rugby, ribelle, coraggiosa.
Tutti questi personaggi sono raccontati da Simona Sparaco con profonda empatia, come se fossero davvero persone che il lettore sente vicine, anche se provengono da varie parti d’Europa, a comporre una sorta di mosaico di abitudini, lingue, costumi diversi, ma amalgamati nella grande capitale europea. L’incendio scoppia in un appartamento disabitato per un corto circuito, si estende lentamente, trova gli abitanti del palazzo addormentati. Naima è anziana, soffre di sclerosi, non è autonoma, si muove solo con la sedia a rotelle. Polina ha un bambino di due mesi e si sveglia solo quando lo sente urlare, semisoffocato dal fumo. Matthias è sceso a prendere delle birre e ora è prigioniero delle fiamme in ascensore. Alice si sveglia troppo tardi, quando ormai il fuoco sta divorando l’appartamento. Bastien, che aveva cenato con la madre, si accorge dell’incendio e sarà l’eroe della nottata, come anche Hulya, che compirà anche lei un atto di straordinario coraggio.
Il libro va letto, i personaggi vanno conosciuti, uno a uno, con le loro storie, il loro passato, le incomprensioni, gli equivoci, i non detti, i rimpianti. L’autrice ricostruisce con accurato approfondimento psicologico le storie che precedono nella vita di ognuno di loro quel tragico rogo. Polina ha partorito da poco, non era certa di volere quel figlio che la costringe ad abbandonare il suo sogno di etoile, non è certa di voler continuare a vivere: ignora che Hulya, la giovane turca che conosce appena, è innamorata di lei. Bastien è in continuo conflitto con sua madre, con suo padre e spinto dalla compagna vorrebbe cambiare la vita dei genitori, ma non trova il coraggio di parlare. Alice si è allontanata da Tivoli, dove la famiglia gestisce una trattoria tipica. Sua madre Silvana è opprimente, la chiama continuamente, vorrebbe sapere tutto del suo soggiorno a Berlino, degli studi, degli amici: lei invece si è messa a vivere con Matthias, di cui si è innamorata e trascura studi e famiglia. L’incendio cambia tutto, distrugge, uccide, ricostruisce. La metafora del fuoco che purifica è usato con abilità dalla scrittrice per raccontare una storia di rapporti familiari persi e ritrovati, di verità mai dette e ora riscoperte con dolore, di figli e di padri, di madri mancate e di madri ritrovate, di madri inadeguate ma coraggiose, di donne speciali. Un quaderno, metafora anch’esso della scrittura e della memoria, è l’oggetto simbolico più significativo di questo bel romanzo italiano e finalmente anche di respiro europeo.
Nel silenzio delle nostre parole
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Straordinario capolavoro di poesia e sentimenti. Delicate ed efficaci espressioni del pensiero umano, che incalzano in una trama tutt’altro che scontata, ma che riserva nella molteplicità dei personaggi realtà inaspettate. Impossibile non identificarsi in almeno una delle relazioni fra genitori e figli narrata. Un romando che sonda il cuore umano restituendo uno spaccato di bontà ed umiltà presente in ognuno di noi. Una grazia infinita che accarezza con il massimo rispetto il dolore e ridona fiducia nel prossimo.