Gli occhi di Borges
- Autore: Giovanni Ricciardi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2016
“Gli occhi di Borges” (Fazi, 2016) è la settima indagine con protagonista il commissario romano Ottavio Ponzetti, nata dalla fertile mente di Giovanni Ricciardi, professore di greco e latino in un liceo della Capitale.
I personaggi principali: una madre in apprensione per l’improvviso e ostinato mutismo della figlia adolescente, un uomo braccato, in difficoltà e senza nulla da perdere, una donna che è “un’anguilla sfuggente”. Ancora, un libro prezioso rubato dalla Biblioteca Nazionale di Buenos Aires, “Fervor” raccolta di poesie di Jorge Luis Borges (Buenos Aires, 24 agosto 1899 - Ginevra, 14 giugno 1986) redatte dallo scrittore, poeta, saggista, traduttore e accademico argentino nel 1923, una rubrica di astrologia “Gli occhi di Borges” e al centro del labirinto Ottavio Ponzetti che qui troviamo alle prese con uno dei casi più intricati della sua carriera. In questo riuscito romanzo, pieno come il solito di riferimenti letterari e cinematografici, Ricciardi conduce i suoi affezionati lettori attraverso un’atmosfera venata di raffinato esoterismo senza far mancare quella sottile ironia, che è parte integrante del carattere del bonario e sagace poliziotto, che presto avrà un suo volto. Infatti, i diritti dei volumi di Ricciardi sono appena stati acquisiti per trarne a breve una serie televisiva.
Roma, Gennaio 2016.
“Tre anni fa stavamo senza papa, e ora stamo senza sindaco. Er monno cambia senza che cambi gnente. Ieri c’era Marino che ce prometteva la sagra dell’uva, e mo ce sta er prefetto Tronca che ce taja le ali”.
Vanessa Fanti aveva smesso di uscire da casa in quei giorni stanchi e noiosi tra Natale e Capodanno, nel periodo in cui il tempo pare sospeso in attesa del nuovo anno. Quando, a gennaio, venne il momento di tornare a scuola,
“Vanessa non andò, e la madre entrò nella crisi più nera che avesse mai conosciuto”.
Anita non sapeva spiegarsi le ragioni di questo comportamento, proprio ora che la donna si era tolta dalle spalle vent’anni di matrimonio con un fedifrago seriale e aveva voglia di gettarsi in una “vita nova”, invece l’umor nero della figlia, quello stare rintanata nella sua stanza, la facevano disperare, non capiva. La melanconia di Vanessa stava trascinando giù serenità, amicizie, floridezza, sorriso e speranze.
In quegli stessi giorni Ottavio Ponzetti insieme a Jorge, il suo “genero catalano”, si trovava a Buenos Aires, in Argentina, sulle tracce di Andrea Perfetti, una vecchia conoscenza del commissario (presente nel quarto episodio della serie dal titolo “Portami a ballare”). Il ghostwriter era l’assassino più ricercato e misterioso d’Argentina, sosia, biografo e assassino di Marcelo Morin, il più grande “tanguero” allora vivente. Quello stesso Perfetti che a Roma aveva ucciso il ballerino ed era poi fuggito in Argentina usando il passaporto della sua vittima, girando la pampa per sei anni. Ma se è vero che
“se la tana è l’Argentina con i suoi infiniti spazi e i sovrumani silenzi delle pampas, la ricerca può diventare una chimera, un gioco di specchi, un caleidoscopio dalle mille facce e dai mille risvolti”
Ponzetti, anzi “Ponzetto” come lo chiamava Jorge, sarebbe dovuto scendere giù fino alla Terra del Fuoco a Ushuaia, avamposto del Sud del mondo, che poi era solo un remoto e singolare angolo d’Italia. Ma siamo certi, commissario Ponzetti, che, mentre il tuo vice Mario Iannotta, “terragno amico trasteverino”, assisteva a Santa Marta alla Messa di Papa Francesco, non stessi cercando Andrea Perfetti non per sbarrargli la via, ma per aprirgliene una nuova e inaspettata?.
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