Harry Potter e i doni della morte di J.K. Rowling

Eccoci finalmente giunti alla fine (sarà vero? Io credo di sì)!
Prendendo in mano il settimo sospirato libro della saga fantasy più amata degli
ultimi anni non ho potuto fare a meno di chiedermi se sarebbe stato all’altezza dei
primi sei: la risposta è sì, anche se non lo ritengo il migliore, continuando ad
amare quinto e sesto più degli altri.
Nonostante le antipatiche indiscrezioni seguite all’uscita inglese, la lettura vale
davvero la pena. Scorrevole e avvincente come sempre, mi ha lasciato di pessimo umore
ogni volta che dovevo chiudere il libro per occuparmi di qualche stupida incombenza
quotidiana (tipo mangiare, lavorare…): dovevo finirlo!!! Indubbiamente, la Rowling
conosce il suo mestiere e merita il successo che le è piovuto addosso. Chi “sa” di
fantasy asserisce che con questa saga non è stato aggiunto nulla al mondo
preesistente; personalmente ritengo che la lotta bene-male sia un tema ampiamente
sviscerato dalla Bibbia in poi, ma ciò non vuol dire che occorra astenersi
dall’affrontarlo, tutt’altro!

Veniamo alla – ormai risaputa – trama: Harry Potter, abbandonata la scuola di
Hogwarts dopo la morte del preside Silente, conduce la propria lotta contro lord
Voldemort, alla ricerca dei pezzi di anima da costui vincolati ad alcuni oggetti per
assicurarsi l’immortalità. In questa affannosa ricerca, il giovane mago verrà aiutato
dagli eterni Ron e Hermione, oltre che da una schiera di amici, molti dei quali
destinati a fine gloriosa nella gran battaglia finale.
Probabilmente, se non fossero trapelate le indiscrezioni di cui sopra, da circa metà
libro avremmo creduto che la Rowling avesse deciso di far morire insieme Harry e lord
Voldemort, tanto è convincente la piega presa dagli eventi. Insolita, ma non
sgradevole, la mancanza di un autentico duello finale: terminata la tumultuosa
battaglia collettiva, l’affrontarsi dei due nemici pare dover solo ratificare ciò che
venne profetizzato, ma le profezie non sono mai limpide e rimarrà spazio per
l’ultimo capovolgimento di fronte.

Fatto salvo un rallentamento nel ritmo narrativo a circa un terzo del libro, come a
prender fiato, la narrazione porta impetuosamente al termine del penultimo capitolo e
con lui della saga, essendo le ultime pagine una sorta di commiato. L’unico momento
che definirei insolito si ha nel colloquio Potter-Silente a metà tra terra e
Paradiso: ho scoperto in questi giorni di non essere l’unica ad averlo trovato un
pochino forzato, anche se dire che l’autrice non sapeva più come cavarsela sarebbe
sicuramente eccessivo. Le si perdona molto, anche in virtù del fatto che, pur
avendoci preparati ad una specie di carneficina, ci sorprende ancora con la prima
morte (quella di Edvige, la civetta di Harry) e successivamente con quella dell’elfo
domestico Dobby.
E’ probabile che buona parte del successo di Harry Potter presso gli adolescenti stia
nel suo non esser super-mago: il percorso di crescita del protagonista ha numerosi
inciampi, cadute e ripensamenti che lo rendono umano e normale.
E’ sicuramente un libro multilivello: un adolescente ci vedrà rispecchiato il proprio
processo di crescita, un bambino un pochino più piccolo leggerà una bella storia di
magia, un adulto farà conoscenza di una scrittrice che dovrebbe ora cimentarsi anche
con altri generi: ci piacerebbe molto!

Per chi non avesse letto i precedenti volumi, è possibile comprarli separatamente o avere un notevole sconto comprando un [cofanetto contenente i sette volumi della saga. Ottimo regalo per i veri amanti della lettura, che si lasceranno entusiasmare dalla sfrenata fantasia di J. K. Rowling e dal mago più famoso del mondo, che ha già battuto qualsiasi record precedentemente stabilito nel campo editoriale.

Ecco le schede dei volumi precedenti:

1-Harry Potter e la Pietra Filosofale

2-Harry Potter e la Camera dei Segreti

3-Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban

4- Harry Potter e il Calice di Fuoco

5- Harry Potter e l’Ordine della Fenice

6- Harry Potter e il Principe Mezzosangue