I dieci comandamenti
- Autore: Giorgio Micheli
- Genere: Religioni
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
L’ultima fatica letteraria di Giorgio Micheli, scrittore, poeta, musicista, è il libro di racconti I dieci comandamenti (Rossini Editore, pp.168, 2023) con la prefazione di Antonio Della Rocca, presidente del “Pen club” di Trieste e la postfazione di Loriana Ursich, responsabile della libreria situata nell’Antico Caffè San Marco triestino.
Il titolo è impegnativo, riporta alla filosofia morale scritta nelle tavole millenarie di Mosè, il legislatore ebraico, secondo Freud egiziano. Le Scritture parlano di rivelazione divina; in termini attuali, possiamo dire che i comandamenti sono ormai inscritti nel nostro Dna, nell’inconscio numinoso e riemergono nel vissuto di ciascuno.
Micheli è stato educatore nel settore della disabilità psichica, possiede una rara sensibilità nell’ascolto della psiche; lo fa con un’empatia comunicata in ogni pagina, è uno “scrutatore d’anime”, come direbbe Groddeck, padre della psicosomatica.
Cosa significano oggi i dieci comandamenti, per un’umanità disorientata, affascinata dagli idoli del consumismo e della tecnologia, che sembra aver perduto l’antico e sicuro orientamento basato sulla legge naturale?
Lo scrittore pone come base della sua poetica il dovere di guardarsi dentro, nell’interiorità riscopre verità e conoscenze perdute:
La pace viene da dentro, non cercarla fuori
è un versetto di Buddha che egli riprende nel primo racconto, dedicato al comandamento “Non avrai altro Dio al di fuori di me”. Il protagonista, cattolico per tradizione, è messo in crisi dagli scandali legati alla Chiesa, la pedofilia in primis, e dall’omertà pretesca riscontrata nel suo buon parroco.
La voce e la vista interiori, in maniera socratica, sono i veri protagonisti del libro, divenuti chiari nel giovane che ha mentito e reso falsa testimonianza, tormentato dai rimorsi:
Ma non aveva fatto i conti con altri occhi: dentro di sé stava combattendo la sua più grande battaglia.
Il racconto “Non uccidere” è da brivido, una ferma denuncia contro la pena di morte che grava su un giovane nero americano innocente, accusato per errore, incarcerato da anni nel braccio della morte.
La pervicacia della cosiddetta giustizia diventa sadismo protratto nel tempo; il ragazzo deve vincere la possibilità di impazzire:
La mancanza di contatto fisico lo aveva ridotto a una larva. Forse era quello che voleva il sistema carcerario. Era giunto a questa conclusione. Prima di morire fisicamente dovevi morire dentro, nell’anima. Questo facevano.
Il libro è permeato da una calda pietas per gli ultimi, i poveri, i diseredati. Sotto questo aspetto è affine alla canzone di Fabrizio de André sui dieci comandamenti, contenuta nell’album “La buona novella”, dove il cantautore procede per paradossi: sembra che la disobbedienza a come vengono applicati i precetti, distorti e volti sempre a favore del potere, sia il modo più autentico di osservarli.
Lo stesso accade in queste vicende scritte in modo colloquiale, scorrevole, mai pedante, anzi, vibrante: stiamo anche noi dalla parte della misera vecchietta che con la piccola pensione non arriva a fine mese ed è costretta a rubare al supermercato una confezione di ali di pollo, la carne più economica. Siamo vicini al bestemmiatore solo e alcolista, capace, dopo molte crisi, di prendersi cura del nipote autistico. Infine le due creature, legate da affetto, entrano insieme in una chiesa.
Comprendiamo commossi che la vera chiesa, ecclesia, assemblea di fedeli, è data dal legame concreto della solidarietà.
Micheli crea un “continuum” tra la vita terrena e l’oltre, con parentesi visionarie, oniriche, contatti con i trapassati; nel racconto sul santificare le feste, nella notte di Natale la protagonista vede con gli occhi del cuore il marito deceduto e altri parenti. Rainer Maria Rilke nelle Elegie duinesi affronta lo stesso tema fondamentale: la continuità tra il qui e il là.
Un altro pregio del libro è lo spaccato offerto sulla gioventù odierna, prigioniera di musiche a tutto volume, di sballi con alcol, droghe e sesso, per sopperire alla paura del domani in un mondo decadente, in cui Dio viene negato, eppure cercato sempre.
Finché la sua voce melodiosa viene finalmente avvertita, prima di compiere il gesto estremo del suicidio:
Non farlo, io ti amo.
Desistette, bloccato da quella voce, all’improvviso amorevole dopo anni di voci minacciose.
[...] Io vi amo tutti!
Sul “Non commettere atti impuri” l’autore rivisita in modo intenso e drammatico, con vera maestria, il mito di Edipo, l’incesto non voluto ma ugualmente punito dal destino.
È un libro pregevole, ricco di pathos, scene forti e delicate, di spunti meditativi.
I dieci comandamenti
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