I racconti delle donne
- Autore: Annalena Benini
- Genere: Raccolte di racconti
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2019
“Ogni volta che incontro una donna, vorrei subito saltare tutti i convenevoli e sapere cosa pensa, come si sente, se è felice o se è delusa, qual è la vita che non si vede ma che sta nascosta dentro gli occhi...”
Un libro splendido, prezioso, da tenere sulla propria scrivania e di tanto in tanto aprirne le pagine e leggere. Annalena Benini, cresciuta in una famiglia di donne, ha saputo descrivere con le giuste parole l’appartenenza, quel quid sull’essere donna, come aveva appreso dalle letture di Simone de Beauvoir. Scrittrice e giornalista, cura per "Il Foglio" un inserto settimanale di costume e libri e ha condotto il programma televisivo Romanzo Italiano, un viaggio di incontri con autori contemporanei.
Ne I racconti delle donne (Einaudi, 2019) l’autrice riporta attraverso le parole di alcuni brani di grandi scrittrici le relazioni umane, l’amore non corrisposto, il tradimento, il divorzio, la forza, il coraggio, l’ironia delle donne.
Venti racconti sul senso dell’esistenza: ritratti di donne spesso infelici, stremate dalla vita, alla ricerca di una propria identità, ognuna con i suoi tormenti interiori, con le solitudini, con i figli, con il sesso, con la paura.
Clarice Lispector, Virginia Woolf, Margaret Atwood, Alice Munro, Elsa Morante, la più amata e la più infelice, e ancora altre magnifiche penne dei nostri tempi. Marguerite Yourcenar e l’amore totalizzante con i suoi rischi per sé e per l’altro, “l’inevitabile inganno e le egoistiche esigenze”. Dorothy Parker, poetessa, scrittrice, giornalista, signora mondana e le pene dell’amore, l’attesa di una telefonata che mai arriverà, l’alcool e la solitudine: si è sempre sentita colpevole di non essere, nella sua idea di scrittura, Ernest Hemingway o Francis Scott Fitzgerald. Edna O’ Brien con il suo fascino irlandese ha ritratto donne libere di sbagliare, generose, disperate e spesso umiliate, “alla ricerca di una catarsi emotiva che non arriverà”. Kathryn Chetkovich ha saputo narrare la parte più oscura di una donna, la parte in cui una donna invidia l’uomo che ama e non solo perché era uno scrittore pieno di talento, ma perché era un uomo più bravo di lei. Chimamanda Ngozi Adichie, scrittrice nigeriana che ha studiato negli Stati Uniti, narra la sua Africa e il suo essere donna africana: invitò Michelle Obama a lasciare liberi al naturale i suoi capelli afro.
Essere donna è anche la constatazione, scrive Benini, di una differenza sostanziale tra uomini e donne su cui si fonda lo sguardo, la vita e l’amore, anche se ogni tanto si cade nel pozzo. Il grande pozzo oscuro, narrato da Natalia Ginzburg, “un abisso doloroso di malinconia”, dal quale spesso noi donne riaffioriamo più forti di prima, e in grado di comprendere tutto quello che gli uomini non comprenderanno mai.
Nelle storie qui riportate, gli uomini, scrive l’autrice, sono oggetto d’amore e di confronto, “ne costituiscono il racconto”.
Sono racconti che illuminano gli occhi delle donne, che rivelano un’esistenza prima in ombra, verità che fanno male, il tormento, la speranza che si possa ancora ricominciare. “Scrivere di donne è un atto politico”, diceva Grace Paley, “perché significa prendersi cura di loro”. Annalena Benini cerca, osserva, riflette, indaga e in ogni brano scelto ha messo in luce il comune denominatore: la sofferenza e la manifesta disperazione vissuta nella propria quotidianità. Donne che parlano con sincerità della loro vita, dei loro dolori, delle loro amicizie, dei loro amori senza nascondere nulla a se stesse e a chi le leggerà. Ne I racconti delle donne, ha scritto Nadia Terranova, parlano voci diverse e potenti, spiazzanti e libere, soprattutto libere, di quella libertà che viene dalla gioia e premia il coraggio portando la luce dopo il disastro. Una lettura affascinante!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I racconti delle donne
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