I venturieri
- Autore: Carla Maria Russo
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
I venturieri. La travolgente ascesa degli Sforza (Piemme, 2021) è il nuovo romanzo di Carla Maria Russo, scrittrice nata a Campobasso ma residente da molti anni a Milano, dove ha frequentato il liceo classico e si è laureata in Lettere Moderne, già autrice di La bastarda degli Sforza, L’amante del Doge, Le nemiche, L’acquaiola e Una storia privata.
“La ragazza si chiamava Imelda e, in teoria, Muzio non avrebbe dovuto nemmeno sfiorarla con uno sguardo, in primo luogo perché era già promessa sposa, e non certo a lui, e poi perché di cognome faceva Pasolini, la famiglia nemica capitale degli Attendolo, cui Muzio apparteneva”.
Cotignola. Maggio 1385. Nel borgo di Cotignola era grande la rivalità tra due famiglie della piccola nobiltà: gli Attendolo e i Pasolini. Se il padre di Imelda, Astorre Pasolini, avesse mai scoperto la tresca tra lui e la figlia, Muzio non avrebbe avuto scampo, anche perché era già promessa a un altro giovane. Quindi Giacomo detto Muzio era consapevole dei rischi che correva quando inseguiva la ragazza come un segugio la preda, ma era più forte di lui, in quanto il ragazzo non riusciva mai a disciplinare l’istinto, agendo d’impulso.
Anche Giovanni Attendolo, il padre di Muzio, un omone tanto massiccio e imponente nel fisico quanto limitato nell’acume, torvo, avaro di sentimenti e non solo, non avrebbe esitato un attimo a usare contro suo figlio la temutissima frusta dal lungo staffile fitto di nodi, che maneggiava con impareggiabile rapidità e maestria. Muzio odiava quel padre così violento e limitato di vedute, così ostinatamente persuaso che lui e tutti i suoi figli maschi fossero destinati al mestiere di contadino come tutte le precedenti generazioni di Attendolo.
Muzio era diverso, lui sognava di girare il mondo, e sapeva di avere il cervello fino perché se aveva ripreso dagli Attendolo il fisico alto, imponente e la forza fisica, l’acume lesto e agile l’aveva ereditato dai Petraccini, la famiglia di sua madre Elisa. Ecco perché Muzio Attendolo non aveva saputo dire di no all’allettante proposta del capitano di ventura Boldrino da Panicale, incontrato casualmente dopo un convegno d’amore con la bella e compiacente Imelda.
“Se durante la notte troverai il coraggio di cambiare il tuo destino, presentati a me prima che il sole sorga e potrai partire con noi: da contadino ti trasformerai di colpo in soldato di ventura!”
Era la svolta che Muzio Attendolo aspettava da sempre: diventare un celebre condottiero e capitano di ventura, conteso e ricercato da tutti i signori d’Italia.
In questo avvincente romanzo storico, pieno di personaggi in chiaroscuro, l’autrice descrive con la consueta maestria tre generazioni della famiglia Sforza, che resse il Ducato di Milano dal 1450 al 1535. Tutto aveva avuto inizio da Muzio Attendolo (1369-1424), capostipite della dinastia degli Sforza che resse il Ducato di Milano dal 1450 al 1535. Cercare e trovare il proprio destino oltre l’orizzonte già segnato da altri, combattere per guadagnare e arricchirsi, per sé e per le generazioni che sarebbero venute. Soprattutto per il figlio Francesco (1401-1466), il primo duca di Milano appartenente alla dinastia degli Sforza, che avrebbe sposato Bianca Maria Visconti (1425-1468), al cui padre Filippo Maria Visconti (1392-1447), con somma soddisfazione, Francesco avrebbe strappato il titolo.
“Il bucintoro di Bianca Maria Visconti, pavesato a festa e sfavillante di fregi dai mille colori, scivolava quieto sulle acque del Po, aprendo il corteo di imbarcazioni che trasportavano schiere di nobili milanesi al seguito della sposa”.
I Venturieri. La travolgente ascesa degli Sforza
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