Il calice della vita
- Autore: Glenn Cooper
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Nord
- Anno di pubblicazione: 2013
Dopo numerosi successi che hanno visto l’affermazione di Glenn Cooper a livello mondiale, soprattutto con il libro La biblioteca dei morti, lo scrittore americano torna in libreria con l’ultimo romanzo Il calice della vita che racconta nientemeno che del Santo Graal e della vita e dei poteri di Gesù, passando per la spada di Excalibur e Re Artù.
Insomma l’autore non si fa mancare proprio nulla in questo romanzo che di certo non brilla per l’originalità.
Lo stesso Cooper confessa di non temere che la storia possa essere classificata come banale o ripetitiva, poiché del Santo Graal ne hanno già parlato migliaia di libri, proponendoci la storia di Gesù e dei Templari in tutte le salse, eppure, egli assicura, nel suo testo non si corre il pericolo di leggere cose già dette, perché l’idea di base è senz’altro originale.
Dobbiamo crederci?
Ebbene non c’è alcun dubbio che le vicende raccontate appartengano alla veridicità storica, come l’introduzione del personaggio di Thomas Melory, cavaliere realmente esistito nel XV secolo, che appare nel romanzo mentre si trova rinchiuso in prigione, accusato falsamente di vari crimini e abusi sessuali.
Lo troviamo alle prese con un libro che egli sta tentando di scrivere, una sorta di diario nel quale intende raccontare un segreto tanto terribile quanto importante e che riguarda proprio il Santo Graal. E’ importante chiarire subito che Melory è realmente l’autore del libro intitolato La morte d’Arthur e Cooper, attraverso un escamotage narrativo riesce a strutturare il suo romanzo in due sequenze temporali diverse: quella che appartiene al passato, epoca in cui il cavaliere imprigionato viveva con il peso del suo segreto, e l’epoca moderna, in cui appare il vero protagonista della storia, Arthur Melory, che non è altro che il diretto discendente di Thomas.
Quindi destreggiandoci tra epoche storiche differenti e tra una miriade di personaggi talvolta reali e moderni, altre volte storici ed inventati, ci troviamo ad affrontare il vero enigma del romanzo: Il calice della vita, ossia il Santo Graal.
Anthony è un uomo di successo che ha una particolare passione: nel tempo libero ama andare in cerca di reliquie. La sua vita procede normalmente, nella più agiata tranquillità fino a quando il suo migliore amico e soprattutto compagno di ricerche preziose, viene ucciso. Il caso vuole che sia assassinato proprio dopo una telefonata in cui riferisce ad Arthur di aver scoperto qualcosa di molto importante riguardante proprio la santa reliquia. Purtroppo non fa in tempo a fare altro e viene tolto di mezzo, sorte che sta per capitare allo stesso protagonista se non fosse che per miracolo riesce a scampare all’incendio doloso che colpisce la sua casa. Da quel momento comprende di essere in serio pericolo, soprattutto perché un gruppo di criminali vogliono ammazzarlo. La loro missione è iniziata in Palestina, la notte in cui Gesù bevve dal calice nell’Ultima Cena e intendono portarla a termine a qualunque costo. Arthur sa che deve trovare il calice sacro prima di chiunque altro.
Durante il suo viaggio attraverso i misteri della storia e della religione, incontrerà una donna di nome Claire di cui si innamorerà, rendendo il suo personaggio non molto dissimile dai protagonisti a cui anche Dan Brown ci ha abituato.
Purtroppo c’è poco spessore psicologico, emerge quasi una svogliatezza da parte dell’autore di impegnarsi ulteriormente per creare dei personaggi che abbiano più carattere e più consistenza. A volte sembrano soltanto degli strumenti che come degli automi vengono usati solo per condurci alla fine, alla scoperta del mistero. Né Arthur né nessun altro attore di questo romanzo rimane impresso nella mente per la sua personalità o forza caratteriale, più che altro è la storia che fa riflettere come sempre avviene quando un romanzo affronta una tematica così delicata.
E’ pur vero che del Santo Graal si è parlato tanto, ma non smette di affascinare l’idea che di esso ogni volta si vuole proporre.
Cooper sceglie di esaltare la connessione tra questa meravigliosa e misteriosa reliquia con la vita stessa di Gesù, con la nascita dell’universo e con i poteri che in esso si custodiscono.
La più grande scoperta che Arthur dovrà affrontare, aiutato soprattutto dagli indizi che Thomas ha lasciato all’interno del suo scritto, sarà la consapevolezza che nella coppa del Santo Graal, toccata nell’Ultima Cena dalle labbra di Cristo, si conservino poteri talmente grandi e misteriosi la cui identità e grandiosità non può essere spiegata né dalla Chiesa, né dalla Storia né dalla Vita.
Un segreto troppo grande e troppo pesante che ha a che fare con la stessa nascita dell’uomo e che si raccoglie in un unico calice tanto amato quanto odiato nei secoli dei secoli.
Arthur, eroe figlio della nostra epoca, avrà il compito di fronteggiare la nuova scoperta.
Ma il mondo sarà pronto ad accettare la sua vera natura?
E soprattutto cos’è in realtà il Santo Graal, ci avete mai pensato?
E’ una coppa? Una reliquia? Un piatto? Un sogno? Una ricerca spirituale? O forse…
Qualsiasi sia la sorte di questo mondo, del nostro mondo, qualunque siano le scelte che faremo, gli oggetti come il Santo Graal che hanno costruito la nostra storia e che ancora cerchiamo ed adoriamo, resteranno per sempre dentro di noi, come un sogno, come una ricerca, come un bisogno del nostro spirito di andare oltre, di innalzarsi al di là delle miserie della nostra terra, per trovare appagamento altrove, laddove nessuno potrà portarci via nulla.
Il calice della vita
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