Il destino dei Malou
- Autore: Georges Simenon
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2012
Chi scrive ha sempre ammirato il talento e la sapienza letteraria di Georges Simenon. Sicuramente nei prossimi mesi ci sarà la nuova veste editoriale de Il destino dei Malou (Adelphi, 2012, trad. Federica Di Lella e Maria Laura Vanorio), tra i migliori libri che lo scrittore ci ha fornito quando visse negli Stati Uniti, dove rimase molti anni perché accusato di collaborazionismo nella madre patria, per poi tornare in Europa e vivere in Svizzera dagli anni Cinquanta, a Losanna, dove morì nel 1989, a ottantasei anni.
La trama è apparentemente lineare. In realtà, l’inizio ha la compattezza e la brevità di un film noir. Eugene Malou esce in modo concitato dalla casa del conte d’Estier, che gli ha negato un prestito, e l’uomo si spara un colpo di pistola. Così, per strada. Simenon non scrive molto nemmeno delle ore seguenti il suicidio. La signora Malou non è né impietrita, né addolorata. Le dispiace soltanto che non c’è un franco nemmeno per fare i funerali, dopo di che lei dovrà abbassare il capo e vivere con la sorella e il cognato. Nel frattempo la servitù di casa Malou va via alla spicciolata, portandosi qualcosa. L’ultimo a fare i bagagli è il maggiordomo, e anche lui ruba qualcosa.
La signora Malou chiama il duca d’Estier e nella disperazione gli chiede di versarlo ora l’assegno che aveva negato al marito. Il duca fa quasi a cuor leggero questo ultimo sforzo economico, tanto dopo il funerale non si parlerà più dei Malou, soprattutto del padrone di casa suicida che da un pezzo aveva visto crollare tutte le sue azioni. Le gesta del pater familias ricordano tanto tutte quelle pubblicità odierne che ti dicono che prima di sera, al primo colpo, vincerai i tuoi primi mille euro, se ti sai muovere nei mercati finanziari. Tutto cambia, ma non cambia mai nulla se la fortuna ti è avversa.
Il diciassettenne Alain per la prima volta si accorge di non conoscere niente del padre. Non vede l’ora che la madre e la sorella vadano via. Poi c’è Edgard, figlio di primo letto del Malou suicida, un bietolone che fa un lavoro impiegatizio, credendosi un privilegiato, ma anche Madame Malou era stata sposata prima di fare la bella vita accanto al secondo marito.
Insomma, come Dio volle, passò il funerale in un lampo, perché chi si suicida non ha i conforti religiosi. Parte anche Alain e la sorella, che dormono in un hotel senza pretese. La casa è stata data agli ufficiali giudiziari per manifesto fallimento.
Alain si chiede chi fosse suo padre, che fino ai diciassette anni non poteva che dargli una vita migliore, fatta di nessuno sforzo, facile.
Inizia a domandarsi: qual è il destino dei Malou? Quello di non essere dei borghesi compiaciuti. O la ricchezza ostentata o la miseria più nera. Al ragazzo non dispiace
essere così, anche se gestire la sorella Corine che si è portata l’amante Fabien in albergo è uno strazio. La cosa più importante per Alain ora è trovarsi un lavoro.
Il giorno dopo fa così un colloquio con dei tipografi. Ma la malapianta della sorella si insinua nella fragile "moralità" di ragazzo. È che la moglie di uno dei due fratelli
tipografi è la migliore amica della signora Fabien. Quindi è presente al bisticcio tra la moglie e la moglie dell’uomo. A questo punto Alain capisce che la provincia francese non fa per lui. Una cosa è vivere in una casa meravigliosa con l’autista che ti portava una volta a settimana a Parigi, un’altra sopportare dei piccoli borghesi noiosi, che non sanno mai rischiare nulla, chiusi in un decoro "olezzante". Quindi va a Parigi, ma senza passare dalla madre.
Il destino dei Malou è un romanzo simile ad altri ma con una consapevolezza in più, ovvero che le colpe dei padri non cadono sui figli, che possono fare delle scelte. E poi che uno scrittore può fare dei suoi personaggi quello che gli viene istintivo in quel momento. Senza tornarci più su, se non per correggere qualche refuso.
Essendo stato scritto nel 1947, Simenon si sta preparando per tornare in Europa, ma il romanzo non è frettoloso. Tradotto egregiamente da Federica Di Lella e Maria Laura Vanorio, è però un libro che bevi in fretta, per sapere dei destini dei protagonisti.
Il destino dei Malou (Biblioteca Adelphi Vol. 585)
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il destino dei Malou
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