Il figlio prediletto
- Autore: Angela Nanetti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2018
La Calabria più chiusa e retriva, quella degli anni Settanta, dove omosessualità e voglia di liberarsi da pregiudizi atavici era oggetto di violenza brutale all’interno dello stesso nucleo familiare; trasgressione e fuga verso limiti invalicabili. La Londra libertaria che in quegli stessi anni proponeva vite sganciate da ogni tradizione precedente: questo scenario al centro del romanzo Il figlio prediletto di Angela Nanetti, che è uno dei dodici libri finalisti per l’assegnazione del Premio Strega 2018.
Il figlio del titolo è il ventenne Nunzio Lo Cascio, promettente giocatore di calcio nella squadra locale, anno 1969. Nell’estate del 70 Nunzio si trovava con Antonio, suo coetaneo, in una vecchia Fiat: i due si erano scoperti innamorati ma un gruppo di incappucciati li aveva scoperti e massacrati; Antonio morto, Nunzio prelevato di notte dal fratello Santo e obbligato ad allontanarsi dal paese.
Vivrà a Londra nei quindici anni successivi, senza mai tornare a casa, e morirà per uno stupido incidente dopo anni di vita difficile, in mezzo ad avventure e ad incontri strani, faticosi, dolorosi.
La sua storia viene raccontata dalla nipote Annina, la figlia di Santino. Lei è ancora una bambina quando assiste al funerale dello zio Nunzio, tornato in una bara da Londra, accompagnato da una sedicente vedova che nessuno vuole incontrare. Crescendo, la ragazza sperimenterà su di sé l’oppressione familiare insopportabile a cui il padre la sottopone; i suoi ripetuti tentativi di fuga vengono intercettati e anzi Annina viene tenuta prigioniera, sorvegliata a vista; erano venuti nel paese un gruppo di teatranti, e lei di nascosto si era iscritta al corso di recitazione che le aveva spalancato gli occhi sul fascino della vita fuori delle mura anguste del paese.
Solo con l’aiuto della vecchia nonna, che le regala dei soldi, Annina riuscirà finalmente a raggiungere a Milano un’amica del paese che vive con un attore, Claudio. Fra i due nasce immediatamente un’attrazione e decideranno di partire per Londra, dove lui ha un possibile ingaggio teatrale.
Le due vite parallele di zio e nipote, a tanti anni di distanza, raccontano la difficoltà di inserimento degli italiani nella capitale inglese, la fame, la miseria degli alloggi, i lavori precari, l’insicurezza, mentre in ambienti più privilegiati si consumano droghe e alcool in una perenne promiscua socialità di artisti, musicisti, attori alla ricerca di improbabili successi, mentre Margaret Thatcher fa stringere la cinghia a inglesi e immigrati.
I personaggi che costellano il romanzo sono tanti, diversi, ben costruiti: dai calabresi in odore di malavita, il padre di Annina finirà in carcere, alle donne sole e sottomesse, come la madre di Annina, da sempre straniera perché siciliana, incapace di sfuggire alla prigionia della sua condizione; agli inglesi, amici di Nunzio: il figlio di un Lord, Thomas, che cambia nome perché comunista, vero amico e maestro negli anni in cui si frequentano; Peter, il regista teatrale che mette su uno spettacolo sulle Malvinas ed approfitta brutalmente delle attrici senza che nessuna lo denunci; Funny, l’artista gay che accoglie prima Nunzio, di cui si è innamorato, e più tardi accoglierà Annina, quando ne riconosce l’identità.
Una Londra anni settanta e ottanta spettrale, dove l’unico posto coinvolgente sembra essere il cimitero di Highgate dove è sepolto Karl Marx, ancora all’epoca oggetto di continui devoti pellegrinaggi. Angela Nanetti costruisce un romanzo complesso, nel quale si intrecciano due vite, due epoche, due realtà sociali, due sensibilità: il rapporto con la povertà, con la libertà sessuale, con la precarietà, con la violenza animale contro ogni diversità, con il fallimento dei propri sogni attraversano le pagine del libro.
Un linguaggio composito, nel quale il dialetto calabrese cede il posto all’inglese del parlato quotidiano, nella difficoltà dei nostri emigrati di capire e farsi capire, ci mostrano quanti passi avanti ha fatto l’Europa odierna, malgrado la Brexit.
Il giovane calciatore italiano la cui carriera è distrutta da un grave incidente senza risarcimento alcuno, i poveri sguatteri calabresi che trovano lavoro nelle bettole gestite dai connazionali solo un po’ più fortunati, i giovani gay che si prostituiscono pur di avere un tetto sulla testa fanno parte di una narrazione che oggi sembra lontana, ma che deve aver segnato profondamente la sensibilità dell’autrice che ci restituisce un’immagine ben lontana dalla “Swinging London” così mitizzata.
Romanzo forte, commovente, a tratti malinconico e privo di speranza, ma capace di ricostruire con piglio forte ed autorevole il desiderio di cambiamento che ha investito l’intera società in quegli anni che per noi furono di piombo.
Il figlio prediletto
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