Il giallo del nano della stazione di Massimo Lugli

Il giallo del nano della stazione (Newton Compton, 2022) è un thriller incredibile ispirato a una storia vera. Siamo in una Roma a cavallo tra anni ’80 e ’90, con i lati oscuri di una città livida e sofferente, che diviene lo scenario per uno strano e indecifrabile omicidio. Massimo Lugli, giornalista di cronaca nera per 40 anni nella redazione di “Repubblica”, diventa testimone di diverse vicende oscure e ci offre uno spaccato di una città sfacciata e crudele, a volte celata e nascosta dietro una apparente semplice quotidianità. Autore di altri bestseller come L’istinto del lupo, finalista del Premio Strega, Lugli in questo romanzo mette in luce i retroscena della criminalità romana.

Il giallo del nano della stazione è una finestra aperta su un sottobosco tristemente vizioso tra droga, inganni, violenza, prostituzione maschile. Il protagonista, il cronista di nera Marco Corvino, si trova nel vortice di un mistero tutto da risolvere. La profonda dedizione per il lavoro che conduce con passione, la sua onestà, lo portano a indagare e a immergersi in un terreno melmoso pur di arrivare alla verità.

Lo scenario di una redazione degli anni ’80 genera divertimento e simpatia per i personaggi alle prese con uno strumento quasi alieno per quei tempi, che comincia ad affacciarsi tra le scrivanie dei giornali per sostituire la cara e preziosa Olivetti, mettendo scompiglio tra i redattori confusi e spaesati di fronte all’ostile computer, oggetto estraneo e controverso.
Storie di giornalisti, competizioni tra colleghi, rivalità tra le varie testate.

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I capitoli si alternano, il mondo torbido e ambiguo di Daniele Mastrostefano detto Lele, di professione tassidermista, che con la sua statura di un metro e trenta è relegato in una ragnatela fatta di discriminazioni, imbrigliato nella perversione. In questa rete raccapricciante sin trova intrappolato il giovane e avvenente Alessio.
Scorre parallelo sull’altro binario l’affascinante mondo del giornale, tra scoop concorrenza e canali informativi privilegiati con gli investigatori. Non mancano amori, delusioni e vicende di ordinaria quotidianità.

Il linguaggio è semplice allo stesso tempo crudo e forte, soprattutto quando si attraversa il sottobosco crudele, ma realistico; l’impatto è brutale. Massimo Lugli rivela con una semplicità disarmante circostanze indicibili, in un racconto che ti travolge e ti catapulta in quella realtà sfacciata, sconvolgente, dove l’incubo terrifico prende forma e la cronaca nera diventa romanzo. Buona lettura!