Il mugnaio urlante
- Autore: Arto Paasilinna
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Iperborea
E’ possibile avere uno sguardo attento sul mondo che ci circonda anche utilizzando l’ironia, perché se è vero che è necessario affrontare i problemi che la vita ci pone di fronte, tuttavia è possibile analizzare il mondo con leggerezza, per riuscire a sopportarne meglio il peso e vedere la realtà sotto una luce diversa e migliore.
Il libro "Il mugnaio urlante" dello scrittore finlandese Arto Paasilinna (titolo originale dell’opera "Ulvova myllari" pubblicato in Finlandia nel 1981 e in Italia da Iperborea nel 1997 con la traduzione di Ernesto Boella) è un perfetto esempio di come è possibile unire magistralmente umorismo e drammaticità, riuscendo arrivare al cuore di ogni genere di lettore.
Il protagonista della storia è Gunnar Huttunen, uomo magro ma forte e di statura imponente, che giunge misteriosamente in un piccolo villaggio nel nord della Finlandia, in particolare in Lapponia, probabilmente dal sud del paese, ma nessuno sa indicarlo con precisione, per ricominciare una nuova vita rimettendo in sesto un vecchio mulino abbandonato. L’uomo viene subito guardato con diffidenza dalla piccola comunità del comune, formata prevalentemente da contadini. Tutti sono convinti che il suo progetto di diventare il nuovo mugnaio del villaggio non si realizzerà, ma si sbagliano; questo se all’inizio permetterà a Gunnar Huttunen di integrarsi, presto diventerà quasi motivo di invidia da parte della popolazione locale, che cercherà un pretesto per liberarsene.
L’autore lascia un po’ avvolto nel mistero il passato di Gunnar, o Kunnari, come ben presto viene chiamato per dargli un nome più comunemente usato dai finlandesi. L’uomo ha perso la moglie nell’incendio del mulino che gestiva quando ancora non viveva in Lapponia e sono in molti a dubitare che si sia trattato di un semplice incidente. Gunnar Huttunen invece si dimostra ben presto un gran lavoratore, onesto e mite, insomma totalmente inoffensivo ma con una caratteristica molto particolare: nei momenti di solitudine e di tristezza è solito emettere dei potenti ululati, proprio come un lupo. La comunità del villaggio sopporta per un po’ di tempo questa sua strana abitudine insieme a quella di imitare con suoni e movenze accurate i versi degli animali, addirittura molti giovani assistono affascinati a queste sue esibizioni, ma alla fine finiscono con il non tollerare questo comportamento, che provoca l’insonnia in molti abitanti e decidono di cacciarlo e farlo rinchiudere nel manicomio della città di Oulu. La loro tesi sulla presunta pazzia dell’uomo è avvalorata da alcuni comportamenti nevrotici di cui fanno le spese a più riprese diversi abitanti del piccolo comune, al punto da essere considerato dal commissario e dal medico Ervinen un individuo socialmente pericoloso. Gunnar riuscirà a fuggire dal manicomio con la complicità di un altro paziente, si rifugerà nei boschi alle porte del villaggio, vivendo da eremita e dovendosi spostare in più di un’occasione per sfuggire alla cattura della polizia, che inizierà una lunga ed estenuante caccia all’uomo.
Paasilinna ci invita a riflettere sul significato di normalità nella società contemporanea e di come i cosiddetti "diversi" sono spesso coloro più puri e semplici d’animo, desiderosi di lottare per i loro diritti, pur nel rispetto dei diritti altrui. I personaggi del romanzo sono straordinari e tra questi
- la dolce consulente orticola Sanelma Kayramo, tra le poche persone ad accettare la diversità di Gunnar al punto da innamorarsene ed essere ricambiata e decidere di difenderlo mettendo a rischio la sua stessa vita, per poi un domani coronare il loro sogno d’amore;
- la guardia municipale Portimo, che convinto dell’innocenza lo aiuterà a nascondersi pur andando contro il suo dovere di poliziotto;
- il postino Piittisjarvi, che decide di mettere in piedi una distilleria illegale di acquavite, ma capace di mostrare grande generosità aiutando nei momenti di difficoltà il protagonista;
- il compagno di stanza di Gunnar in manicomio, Hapola, che si rivela essere un finto pazzo che si è fatto spacciare per tale per motivi di convenienza.
Affiancano questi personaggi positivi tutti gli abitanti del villaggio che non sopportano Gunnar e non rispettano la sua diversità come gli agricoltori Vittavaara, Siponen e sua moglie talmente pigra da finger di essersi rotta una gamba in un incidente con il mugnaio, pur di non lavorare e doversi occupare della casa, il garzone di Siponen, Lauonen e i già citati commissario e medico Ervinen.
Un romanzo straordinario in cui l’autore conduce il lettore per mano attraverso le mille peripezie del protagonista, attraverso i boschi del nord della Finlandia, ma soprattutto lo invita a compiere un viaggio nella mente e nel cuore dell’essere umano, con le sue mille sfumature rappresentate dai caratteri così diversi dei personaggi che animano la storia, per scoprire che dietro la nostra complessità si nasconde anche una grande fragilità e solo attraverso l’aiuto reciproco è possibile vivere bene. Memorabile il dialogo in uno degli ultimi capitoli, tra Gesù Cristo in un crocifisso collocato sopra l’altare della chiesa nuova e Gunnar, che in un momento di rabbia e follia perseguitato dai suoi oppressori, decide di dare fuoco all’edificio sacro.
Arto Paasilinna si conferma geniale nel suo modo di raccontarci la vita, facendoci sorridere ma anche riflettere ed invitandoci ad essere visionari, cioè saper guardare oltre, superando i muri fatti di ipocrisie, menzogne, pregiudizi, paure e soprattutto di indifferenza per essere uomini liberi nel cuore e nello spirito. Il finale è di difficile interpretazione, molto misterioso, ma questa è sostanzialmente la caratteristica che accomuna tutti i romanzi di qualità, perché l’arte deve porci delle domande e ognuno è chiamato a dare una sua risposta. Un libro per chi con l’aiuto di un sorriso desidera riflettere sulla vita continuando a sognare.
Il mugnaio urlante
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Uno sconosciuto in paese e le voci corrono. Come sarà? Cosa farà? Qual’è il suo passato? Passa il tempo e lo sconosciuto inizia a dare dimostrazione di chi è, della sua precaria normalità a detta dei concittadini. Anche questi ultimi tuttavia mostrano segni di poca normalità ed ognuno, a modo proprio, mette in mostra le caratteristiche che lo rendono tale. In fondo, siamo tutti normali ma a modo nostro!