Il professore di desiderio
- Autore: Philip Roth
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2014
Dall’infanzia, figlio di una famiglia ebrea che gestisce un albergo, nella quale compiacere il padre borghese è un peso da cui fuggire al più presto, David arriva all’età della consapevolezza, ormai professore universitario di Filosofia, al cui corso n. 341 ha deciso di accedere rivolgendosi ai suoi studenti attraverso la narrazione dei percorsi astrusi e vitali del Desiderio.
Così, in una sorta di confessione autobiografica, il protagonista, ricorda le proprie esperienze sentimentali ed erotiche; gli anni della libertà sessuale erano stati complici di un menage a trois con due ragazze svedesi, Elisabeth, innamorata e fragile, e Brigitte, istintiva e libertina. Già da questa esperienza triangolare escono le inevitabili conseguenze rispetto alla scelta che predilige il soddisfacimento della passione carnale a discapito del sentimento elevato dell’amore. Siamo esseri umani e in quanto tali soggetti a pulsioni che spesso si contrappongono: l’eros e l’ossessivo desiderio della sua realizzazione contro l’eterna ricerca dell’amore eterno, emblema di felicità. Le domande che David si pone spesso sono: si può essere felici assecondando la natura dell’altro e non la propria? Oppure, si può essere se stessi fino in fondo, anche se questo ci allontana dalla serenità? (che a lungo andare è sinonimo di noia).
Terminata l’avventura con la spregiudicata Brigitte, David sposa Helen, un’avventuriera bella e irrequieta, con la quale presto si troverà a condividere un quotidiano pieno di contrasti. Aveva sperato che la natura controversa di quella donna potesse armonizzarsi con la propria, invece sono entrambi irrequieti ma in modo differente e, nonostante l’amore che sembra far capolino ogni tanto, il matrimonio finisce in rovina. Ecco affacciarsi la depressione, il male oscuro che colpisce chi si ostina a non riconoscere ed accettare la propria natura, per quanto questa sia perturbante e suicida. Gli incontri settimanali con lo psichiatra saranno fonte di nuove illuminanti riflessioni.
In tutto questo bailamme di sconcertanti schiettezze tanto condivisibili quanto irritanti, eccolo il valore della Letteratura! Così amata dal protagonista, ma soprattutto esperita attraverso le proprie esperienze. È attraverso l’analisi dei grandi autori, da Cechov a Kafka, da Melville a Kierkegaard, che nella coscienza di David si fa spazio la consapevolezza: rispetto alla conflittualità della natura umana è già stato provato tutto, e quei romanzieri lo hanno saputo mettere nero su bianco, affinché le inquietudini individuali potessero trovare una collocazione universale. A rendere tutto ciò godibile è l’eccezionale ironia di Philip Roth, che nell’esercizio di questa virtù è sicuramente uno dei migliori.
Infine, l’incontro con la giovane professoressa Claire, che sembra incarnare il simbolo della riconciliazione con la felicità tanto agognata, segna il passo della definitiva presa di coscienza di David.
Ed è così che, a sua volta, Philip Roth, entra nella rosa dei grandi autori capaci di dare voce alle inquietudini umane e a far sì che il lettore si riconosca e, finalmente, sorrida delle proprie ossessioni.
“Il professore di desiderio” è un romanzo sulla passione erotica e la ricerca della felicità, due cose che sembrano proprio non collimare, e si può riassumere in questo breve passo citato dall’autore attraverso l’elegia di una studentessa del suo corso che, rispetto alla filosofia di vita di Anton Cechov, scrive così:
“Nasciamo innocenti, patiamo atroci disillusioni prima di accedere alla saggezza, viviamo nella paura della morte… e a compensare il dolore non abbiamo che frammenti di felicità”.
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