In caso di disgrazia
- Autore: Georges Simenon
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2018
“In caso di disgrazia” (Adelphi 2018, En cas de malheur, traduzione di Laura Colombo) di Georges Simenon (Liegi 1903-Losanna 1989) fu scritto dall’autore belga dall’1 all’8 novembre del 1955 a Cannes, pubblicato da Presses de la Cité il 24 febbraio 1956 e edito per la prima volta in Italia nel 1958 da Mondadori nella traduzione dal francese di Federico Federici.
La bella copertina, che introduce alla lettura di quello che Alberto Bevilacqua ha definito come “... una sorta di spietato testamento erotico”, è un’inquadratura del film “La ragazza del peccato” diretto nel 1958 da Claude Autant-Lara, tratto dal presente romanzo con protagonisti Brigitte Bardot, Jean Gabin e Franco Interlenghi.
Appena due ore fa, dopo colazione, nel salotto in cui eravamo passati a prendere il caffè, stavo in piedi davanti alla finestra, abbastanza vicino da avvertire la fredda umidità dei vetri, quando ho sentito mia moglie dire, dietro di me: “Pensi di uscire, nel pomeriggio?
Una domenica di novembre a Parigi. Marito e moglie, uniti da vent’anni di un matrimonio fatto di complice convenienza. Non è un caso se gli amici riferendosi ai Gobillot li paragonano a una coppia di belve, intendendo probabilmente alludere al fatto che, tra gli animali selvatici, la femmina è la più aggressiva.
Lucien Gobillot, avvocato presso la Corte d’Appello di Parigi, uno dei più celebri e richiesti, è un uomo dalla vita apparentemente perfetta: una moglie, Viviane, bella e raffinata, una casa splendida in quai d’Anjou sull’île Saint-Louis, una carriera avviata e solida.
Ogni persona ha il suo cono d’ombra e quello di Lucien è rappresentato da Yvette Maudet:
un viso da bambina e da vecchia allo stesso tempo, un misto d’ingenuità e di astuzia ... d’innocenza e di vizio.
La “ragazzina” un giorno si è presentata presso lo studio legale di Gobillot per farsi difendere dall’accusa di aver ucciso un anziano orologiaio e non avendo come pagare l’onorario, gli si è offerta senza un briciolo di pudore. Da quel momento è iniziata una pericolosa relazione tra l’uomo maturo e la giovane donna, che è corteggiata insistentemente da un altro uomo, tale Mazetti, pronto a sposarla anche subito. È logico che Yvette Maudet rappresenta il classico prototipo di donna capace di rovinare un uomo per sempre.
Lucien Gobillot sa che la propria esistenza perfetta è in pericolo, e per questo il previdente avvocato conserva nel tiretto del suo scrittoio un incartamento, una sorta di dossier su se stesso, intitolato con la matita rossa “Io”, utile in caso di disgrazia, dove ha scritto tutti gli ultimi avvenimenti. È
la mia pratica personale, e non è improbabile che un giorno o l’altro possa servire.
Quando il sesto senso di Gobillot trova riscontro nell’omicidio di Yvette, è dunque arrivato il momento di passare all’azione.
Sul piano professionale, non avevo mai osato tanto, né mai mi si era presentato un caso tanto difficile, per non dire impossibile.
Contemplando il mare autunnale dalla villa situata sulle alture di Cannes dove al ritorno dagli Stati Uniti il prolifico scrittore aveva installato l’intera famiglia, Simenon in pochi giorni e con pochi essenziali aggettivi, compone una storia torbida, che si legge tutta di un fiato. Un amour fou funesto e rovinoso che può portare solo disgrazie e drammi, un uomo prudente in bilico tra passione e ragione, una moglie che forse sa ma che per convenienza tace. Ancora una volta il grande autore fa centro e il romanzo scritto più di sessant’anni fa appare moderno, attuale, come se fosse stato scritto solo ieri.
Ho raccolto il guanto. Sono convinto che questa sia la verità e, da un anno in qua, ho avuto molto tempo per interrogarmi a riguardo.
In caso di disgrazia
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