Il capanno di Flipke e altri racconti
- Autore: Georges Simenon
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2022
Adelphi pubblica Il capanno di Flipke e altri racconti (2022, traduzione di Marina Di Leo) di Georges Simenon (Liegi 1903-Losanna 1989), una raccolta di dieci racconti, di cui sette mai pubblicati in Italia, scritti in Vandea fra il 1941 e il 1945 dal celebre autore belga: “L’avventuriero con l’ombrello”, “Il capanno di Flipke”, “La pista dell’olandese”, “Il marito di Mélie”, “Il naufragio dell’”Armadio a specchio”, “Nicolas”, “A mani piene”, “Il lutto per Fonsine”, “La Signora Quattro e i suoi figli”, “Le signorine della Queue de Vache”.
È universalmente noto che Georges Simenon è stato un autore prolifico, preso dalla febbre della scrittura; più che una passione fu una sua vera e propria ragione di vita. Infatti, Simenon era in grado di produrre fino a ottanta pagine al giorno. Quindi, non stupisce venire a conoscenza che Simenon tra il 1929 e il 1962 scrisse ben 178 racconti. Furono quelli della guerra anni fertili, produttivi, fecondi per l’opera letteraria di uno degli scrittori più amati e più venerati al mondo. Sembra quasi di vederlo il nostro eroe, mentre chino sulla macchina da scrivere (Andrea Camilleri lo definì la “macchina da scrivere umana”), pipa in bocca, fantasia in volo, riportava in servizio il commissario Maigret. Inoltre, Simenon continuava a produrre tre o quattro romanzi l’anno, nonché una gran mole di racconti, che a volte lo scrittore pubblicava su settimanali o riviste, a volte addirittura dimenticava in un cassetto, e che verranno poi assemblati dagli editori un po’ a casaccio.
La presente raccolta contiene dieci racconti, sette dei quali totalmente inediti in Italia, tutti scritti da Simenon fra il 1941 e il 1945. Per esempio, “Le signorine della Queue de Vache” è apparso a stampa solo nel 1963, mentre “Il lutto per Fonsine” detiene il primato di essere stato incluso in ben tre raccolte, nel 1950, 1954 e nel 1963.
Il segreto della grande bravura dell’autore belga, tradotto in cinquanta lingue, è trame semplici e poche parole, nessun aggettivo superfluo, il lampo di genio sta tutto nel togliere, non nell’aggiungere. Trame che colpiscono il cuore e l’immaginazione del lettore, molte volte pubblicate sotto diversi pseudonimi, che sia un romanzo di confessione morale, autobiografico, poliziesco, di guerra o i tanti romanzi che vedono protagonista le inchieste di un certo Jules Maigret. La stessa regola vale per i racconti, quasi dei romanzi brevissimi, composti di pochissime pagine, e questa preziosissima raccolta lo dimostra.
“Il cielo, la terra e il mare non esistevano più. Il paesaggio era così chiaro, con colori così tenui e al contempo luminosi che sembrava di essere dentro un gigantesco guscio d’ostrica: azzurro pastello, verde pallido, pagliuzze d’oro e d’argento, o meglio un miscuglio iridescente di queste tonalità”.
Il capanno di Flipke e altri racconti
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