L’addio
- Autore: Antonio Moresco
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giunti
- Anno di pubblicazione: 2016
La Giunti presenta come candidato al premio Strega 2016 “L’Addio”, romanzo di Antonio Moresco, molto recensito ed apprezzato da numerosi critici. Io l’ho letto con grande disagio, talvolta con un certo senso di repulsione, perché l’argomento trattato e il modo in cui lo scrittore ha scelto di raccontarlo non può che essere perturbante: bambini seviziati, straziati, abusati, uccisi in seguito a indicibili torture, bambini rapiti e resi schiavi di uomini immondi, che il protagonista del romanzo, uno sbirro di nome D’Arco, vorrebbe salvare. In realtà il poliziotto è morto, ucciso durante un conflitto a fuoco, e ora si trova nel mondo dei morti, che sembra molto simile a quello dei vivi, ed esiste un passaggio strano fra l’uno e l’altro dei due universi paralleli: ma quale dei due mondi viene prima? La morte è prima della vita o viceversa?
Tutto il romanzo è incentrato su domande esistenziali che l’umanità si pone con inquietudine dall’inizio della Storia, ripetute e analizzate fino all’ossessione:
“Se la vita viene prima e la morte viene dopo… allora perché c’è tutto questo male nella vita?... Come è possibile se la vita viene prima? E il male allora da dove viene? Viene prima ancora della vita? E la vita allora da dove viene? Viene dal male o viene prima del male? Perché se la vita viene davvero prima, dovrebbe venire prima anche il male. Ma allora da dove viene tutto questo male? Dalla morte? Ma se la morte viene dopo, come fa il male che viene dalla morte a venire prima?”
Da queste poche righe tratte dal testo potete capire con quanta profondità l’autore si cali nel problema delle nostre origini, dell’idea della vita e della morte, della ricerca di un qualche senso nella storia dell’umanità, così intrisa dall’immanenza del male, della morte, del dolore, dell’ingiustizia, delle ferite, del sangue, della violenza sessuale, della tortura, della prevaricazione dei più potenti sugli inermi.
Il romanzo è costruito su un’idea metastorica: non sappiamo in quale momento, in quale luogo ci troviamo, il panorama urbano è fatto di grattacieli, torri, container dai quali si levano i canti sommessi di milioni di bambini stuprati e uccisi. Dietro a una trama da thriller poliziesco si cela un romanzo filosofico sul tema del male e delle sue origini. Abbondano riflessioni che ci fanno pensare a Leopardi, quello delle brevi meditazioni all’interno dello Zibaldone, a Montale, “Spesso il male di vivere ho incontrato”, e anche a libri molto recenti, penso al tema del male così profondamente analizzato nel lungo romanzo di Javier Marìas Così ha inizio il male.
Lo sbirro D’Arco trascorre appena tre notti nel mondo dei vivi, per portare a termine la sua inutile missione riparatrice, armato fino ai denti e in compagnia di un ragazzino morto, rasato, muto, che per comunicare scrive brevi messaggi con un sasso: chi è questo piccolo infelice ragazzino? Che rapporti ha con lui? Come mai conosce così bene il mondo dei vivi, tanto da fargli da silenziosa guida nella discesa agli inferi? E come mai il mondo dei vivi è ancora più brutto e raccapricciante di quello dei morti? Ecco la descrizione che se ne sente fare il poliziotto da “L’uomo di Luce”, una sorta di uomo bionico fatto di terminali e di circuiti che lo rendono sempre connesso:
“Donne e uomini, né più né meno che gli scimpanzé, bramano solo di accoppiarsi con molti partner, per provare la scossa e lo sballo del piacere, marcare il loro territorio sessuale e trasmettere o illudersi di trasmettere il loro dna. Tutto il resto, quelle cose che hanno chiamato sentimenti, ideali, amore, sono solo chiacchiere di copertura e inganni su cui hanno costruito quella grande menzogna che hanno chiamato civiltà.”
La fantasia visionaria di Antonio Moresco ci conduce, ne “L’addio”, dentro un genere letterario originale, poco frequentato dalla letteratura, molto più dal cinema, servendosi però di una lingua fortemente letteraria, molto espressiva, piena di rimandi filosofici.
L'addio
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