L’agonia della falena. Un’indagine del commissario Scichilone
- Autore: Roberto Negro
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Chi scrive ha già avuto il piacere di leggere Il male dentro per i tipi dei Fratelli Frilli e in cuor suo si aspettava un altro romanzo noir di Roberto Negro. Lo trovo uno scrittore in crescita e ancora non desideroso di scrivere narrativa classica, ammesso che si sappia dove inizia il genere e dove finisce il romanzo. Ebbene, è uscito L’agonia della falena. Un’indagine del commissario Scichilone (Fratelli Frilli editori, 2024).
Torna il commissario vessato dal questore per ogni cosa che fa e per ogni cosa che dice. Vagamente "fantozziano", in quanto risolve con l’ironia. Ma ha un fine settimana con una donna, Laura, che potrebbe diventare più presente nella sua vita, verso Firenze, città che non si finisce mai di guardare e in due giorni vedi molto poco, sinceramente. Per strada il commissario riceve una telefonata per il delitto di una prostituta e deve tornare a Ventimiglia, mentre la donna, furiosa, va a Firenze da sola. Ma Scichilone che è molto disattento, si rende conto di aver lasciato la giacca nella macchina di Laura. Il suo essere distratto è anche nell’abbigliamento un po’ casual, un po’ da mattacchione, abbinando colori "inverosimili", senza mai essere elegante. Quindi il commissario entra di diritto nella selva di ispettori, di ispettrici, di detective, di informatori, ma vive e lavora a Ventimiglia, ultima fermata treno prima del suolo francese, se non erro, e ha tratti fisici e caratteriali non certo impeccabili, ma è bravo nel suo lavoro. E Ventimiglia è una città splendida.
Ha salvato il cellulare, ma non ha soldi per pagare il treno e nessuno crede che lui sia un commissario. Inizia uno sfottò tra i poliziotti, ma dura poco perché il signore è veramente un commissario in carica. Insomma, arriva in tempo e trova una donna riversa per terra nel suo appartamento, che è stata conciata malissimo. Il primo provvedimento è sentire e interrogare i clienti della donna. Ma non posso andare avanti perché questo delitto è importante per la narrazione del noir.
La scelta stilistica è di una estrema chiarezza e lo scrittore migliora di libro in libro. Il commissario Scichilone entra di soppiatto, tra quelli che non vogliono lasciare dichiarazioni; vivendo solo, se è a casa si arrangia oppure prende un pizza in consegna, che ha come caratteristica quella di diventare subito fredda e immangiabile. Una cosa che posso dire sono i ricordi di un tempo lontano, in un istituto a Ventimiglia. Un ragazzino che vive lì già nel 1990.
Altro punto a suo favore è la lunghezza media del testo, che supera non di molto le duecento pagine, mentre altri scrittori e scrittrici scrivono gialli noir di cinquecento/seicento pagine. Sicuramente Stephen King ha fatto la differenza, ma in Europa è lo svizzero Jöel Dicker con La verità sul caso Harry Quebert, ottocento pagine, che ci ha tenuti incollati fino alla fine. Non sono pochi quelli che hanno chiesto un permesso al lavoro.
In ultima analisi, noir sta diventando il termine per una realtà distopica, dove i confini del male si allargano e la gente viene uccisa anche per cose futili. Noir è un termine francese, perché c’era una collana di libri neri per Gallimard. Mentre ora noir serve per raccontare un futuro di privazioni dove se non sei Tom Cruise, la missione impossibile è arrivare vivi il giorno dopo.
L'agonia della falena. Un'indagine del commissario Scichilone
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