L’invisibile ovunque
- Autore: Wu Ming
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2015
A un secolo di distanza cosa resta della grande guerra oltre alle molte pagine dei libri di storia? Alcune date sbiadite, pochi episodi troppo celebri per essere dimenticati, una conoscenza estremamente vaga, offuscata da conflitti più vicini nel tempo o da episodi – dalla caduta del muro al crollo delle torri gemelle – che delle guerre sono state le maschere o i sintomi.
Ne L’invisibile ovunque (Einaudi Stile libero, 2015) Wu Ming intreccia sapientemente i destini di donne e uomini immersi in un conflitto che
"non avrà mai uguali per l’ipocrisia con cui è portata avanti la mattanza"
nel racconto delle loro azioni, talvolta eroiche e geniali, talvolta meschine e opportuniste emerge un unico, pervasivo, bisogno: quello di contrastare l’assuefazione alla guerra, attraverso una strategia personale:
"Vale per la società quel che vale per il singolo, ragiona Giovanni. All’inizio dovevano passare giorni perché dimenticassi la battaglia. Dovevo sforzarmi. Mi ero pure inventato un rituale per quando un’immagine mi tormentava (...). La guerra, che prima era un luogo, il fronte, ed era immagini di corpi, odori di fiamme e carogna, fragori d’esplosione, ora è invisibile, ovunque, e nessuna cerimonia riesce ad estirparla.
Dice Ennio che adesso mi servirebbe ricordare, per dar corpo alla paura"
In questa guerra, diffusasi per ogni dove come un tanfo irrespirabile, fino a penetrare la mente e la lucidità dei protagonisti c’è chi, come Adelmo, sceglierà la via delle armi per sfuggire alla fame e riscattarsi, fino a diventare uno spietato ardito e chi, pur di scampare a quelle stesse armi, tenterà di elaborare un metodo per simulare la follia, rischiando di rimanerne vittima per scambiare, così, la follia con la realtà:
"Così come istruite a simulare la follia, per evitare la guerra, voi dovreste insegnare come si simula la vita normale, la salute, per quando la guerra finisce e si deve tornare alle attività di un tempo"
Invisibile ovunque è anche la risultante di una tecnica di guerra – quella del camouflage, camuffamento – dove l’arte ha dato un sorprendente contributo:
"l’idea del mimetismo era nata proprio per spirito umanitario, per ridurre i decessi in battaglia, per proteggere gli uomini. Ed era l’idea di un decoratore senza santi in paradiso (...). Un artista con l’idea sbagliata... cioè quella giusta, ma troppo costosa. Non era la carne da cannone che si doveva risparmiare, ma il cannone".
Le quattro storie che compongono L’invisibile ovunque, collegate da un fil rouge debole, a tratti quasi invisibile, e da una cornice mitica e potente come quella del primo conflitto mondiale, assumono una fisionomia molto diversa dagli stringenti intrecci a cui Wu Ming ci ha abituato con Q, Altai, Manituana o L’armata dei sonnambuli e impongono una lettura meno concitata, dove il risvolto psicologico ha un’importanza molto maggiore dell’evoluzione della trama.
Nonostante questo emergono nel testo pagine quasi sconosciute del primo conflitto mondiale, episodi poco frequentati dove micro e macrostoria vengono, come al solito, mescolate con perizia estrema: un libro dell’Altrove – come recita la quarta di copertina – dove i manicomi e gli atelier hanno la stessa dignità della trincea; una raccolta di racconti dove tutti i tratti salienti di uno stesso tempo – psicanalisi e surrealismo, inclusi – trovano un posto non casuale e manifestano il loro peso specifico; una narrazione storica inconsueta e affascinante che racconta quello che i libri di storia non insegnano.
L'invisibile ovunque
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