La Casa di via Valadier
- Autore: Carlo Cassola
- Categoria: Narrativa Italiana
Dalla biblioteca di quand’ero liceale ho tirato via, rispolverandolo, questo bellissimo libro di Carlo Cassola, un autore forse dimenticato, che amava definire la sua narrativa esistenziale o intimista, che ha saputo descrivere le piccole storie di provincia e con quel suo stile semplice e schietto ha narrato, meglio di chiunque altro, le vicende di antieroi e gente comune. La sua vita, i suoi affetti e i suoi ideali sono risultati essere i veri protagonisti dei suoi romanzi, ha dato loro voce con la sua grande capacità di raccontare il fluire della vita. Lo scrittore romano rimase molto legato fin dall’infanzia ai paesi del Volterrano, la zona della Toscana dove ha poi successivamente vissuto gran parte della sua vita compresi gli anni nei quali partecipò attivamente alla Resistenza. Cresciuto in una famiglia socialista, il padre era militante e redattore dell’Avanti, rimarrà sempre legato al suo credo politico.
La Casa di via Valadier fu scritto fra il 1953 e il 1956 ed è un’opera segnata da una crisi profonda, un periodo di sfiducia nei suoi ideali, che lo scrittore vivrà per alcuni anni in una dolorosa sofferenza e solitudine dovuta anche alla morte della moglie. Lo sviluppo della società italiana di quegli anni gli apparve profondamente diverso dalle speranze di lotta per le quali non aveva esitato a mettersi in gioco. Le contraddizioni politiche che emersero nel dopoguerra non lo rappresentavano, la sua appartenenza politica e la sua etica non gli permettevano nessuna compromissione intellettuale. Un grande scrittore da rivalutare, un uomo integro e dalla ferrea morale, il cui onere nella sua intera vita è stato il narrar proprio la vita e l’impegno politico.
Il libro La Casa di via Valadier si svolge nel pieno del ventennio fascista e si compone di due racconti: Esiliati e La casa di via Valadier. In Esiliati, l’operaio socialista Maggiorelli fa parte di un gruppo di antifascisti che clandestinamente trama contro il regime di Mussolini. Matteotti è stato ucciso e dopo il 1926 i partiti di opposizione al regime sono definitivamente scomparsi. Trasferitosi a Roma dalla sua amata Massa, nella capitale non riesce ad ambientarsi e rimpiange di continuo il suo paese natale.
“A Massa non era così, i proletari conservavano viva la fede nell’ideale, qualcuno era entrato nel fascio, è vero, ma i più non si erano piegati. E invece a Roma, tra i compagni di lavoro, lui non era stato capace di trovarne uno che fosse socialista.”
Maggiorelli e i compagni non sanno di essere sotto osservazione da parte dell’OVRA, la polizia fascista. Dopo diverse riunioni clandestine, alcuni di loro verranno arrestati, altri no, ma non succederà nulla a Maggiorelli. Senza rinnegare i suoi trent’anni di socialismo egli si era adattato alle circostanze purché lo lasciassero tranquillo.
Nel secondo racconto, La casa di via Valadier, Anita Turri, vedova di un deputato socialista, vive onorando la memoria del marito. Nella sua casa si riuniscono i compagni socialisti fra i quali Maggiorelli, che insieme al fratello di Anita redige le linee clandestine di opposizione al regime. A volte le loro discussioni sul da farsi sembrano prendere la piega della sfiducia per un cambiamento che pare irrealizzabile.
“Il fascismo deve cadere per forza. Non può mica andare avanti per molto. In pochi anni questo megalomane ha dato fondo alle risorse del paese e poi, e poi il gravame tributario è diventato intollerabile. No, l’economia italiana è in condizioni …. siamo sull’orlo del fallimento.“
Anita, dal giorno che è morto suo marito Leonardo, non ha spostato nulla in casa, ha voluto lasciare tutto nello stesso stato, come quelle carte nascoste, forse compromettenti per Mussolini quando era direttore dell’Avanti, fra i libri che il marito amava consultare. Anita ha in serbo la speranza che il nipote Leonardo potrà adoperarsi, dopo la sua morte, per gli stessi ideali politici.
“Un uomo dà il meglio di sé finché vive. Ma dopo che è morto? Cosa potrebbero lasciarci i morti? Forse quella forza di vivere che essi smarrirono, via via che invecchiavano, via via che la vita faceva giustizia delle loro illusioni..”
Al giovane Leonardo invece spetterà l’amaro compito di scoprire che, nonostante la guerra e il fascismo, la gente continuerà a essere indifferente.
Quanto mai attuale risulta essere il libro di Cassola: le aspettative politiche con i cambiamenti e le riforme che possono migliorare la qualità della vita di un intero Paese spesso risultano essere deludenti perché le mediocrità individuali e le piccolezze umane divengono prevalenti.
La casa di via Valadier - Carlo Cassola - Ed. 1956 Einaudi
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