La segnatrice
- Autore: Elena Magnani
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giunti
- Anno di pubblicazione: 2022
La segnatrice (Giunti 2022) è il primo romanzo letterario della genovese Elena Magnani, creatrice di scrittorifelici.me che vive da anni in alta Garfagnana, dove lavora come copywriter e imprenditrice digitale.
“Li chiamano i Segnatori”.
Anche in Garfagnana esistono figure di cui tutti sanno e nessuno parla. I Segnatori si occupano da sempre di persone e animali, per dare sollievo e speranza, lavorano all’ombra della luna calante, ponendosi tra il male e le creature di Dio e su di loro aleggia un’aura di mistero e sono irriconoscibili da occhi inesperti. Inoltre possono tendere il filo tra l’oscurità e la luce, almeno fin quando restano osservatori attenti e imparziali. È una pratica segreta tramandata nelle realtà contadine fin dai tempi antichi: uomini e donne, dotati del potere di guarire, intercedono con gesti e preghiere per la guarigione di anime e corpi. Durante il rituale segnano croci o cerchi con monili d’oro e d’argento recitando invocazioni sottovoce, celate dal giuramento di non rivelarle fino al “lascito”. Durante la notte più magica dell’anno, quella di Natale, il Segnatore o la Segnatrice, affida quest’arte a un successore, scelto di solito tra i familiari più meritevoli.
“Perché solo chi ha un animo puro e sente dentro di sé il desiderio di curare e di aiutare il prossimo può portare avanti questa tradizione”.
Nel 1944, in Piazza al Serchio, un borgo della Garfagnana, sdraiato per lungo tra il fiume e le colline, che si snodava in un susseguirsi di case su cui convergevano le strade di collegamento tra Garfagnana, Lunigiana ed Emilia Romagna, c’era aria di cambiamento. Se gli Alleati cercavano di aprirsi la strada a suon di battaglie verso il Nord d’Italia, per liberarlo dall’invasore nazista, i partigiani resistevano alle odiose rappresaglie tedesche.
Anna, giovane Segnatrice che stava imparando la pratica dalla zia Maria, era stata svegliata da un boato assordante, simile a quello di un terremoto. Davanti agli occhi esterrefatti di Anna e di sua madre stava sfilando un mezzo corazzato dietro l’altro. Lo Heer, la forza armata di terra della Wehrmacht, stava sfilando in direzione di Piazza al Serchio. Carri armati, blindati, camionette, camion, motociclette, un lungo serpentone scuro di uomini e macchine da guerra. Subito Anna aveva praticato un rito veloce, bruciando una manciata di foglie di salvia, richiamando il sostegno delle forze del bene, affinché proteggessero lei e la sua famiglia. Una pratica fatta di nascosto, perché sua madre era contraria a queste “stupidaggini”, ma Anna non aveva mai preso in considerazione l’idea di rinunciare. Nonostante le parole di disprezzo e gli sguardi accusatori di sua madre, lei sarebbe diventata una Segnatrice, infatti da molto tempo stava combattendo una sua guerra, sofferta e dolorosa.
L’arrivo di così tanti tedeschi, però, significava che la guerra, quella vera, si stava avvicinando. Non era più tempo di restare a guardare, bisognava combattere, con qualsiasi arma. E Anna già lo stava facendo. Del resto mentre il fratello maggiore Andrea era deportato in Germania, l’altro fratello, Giovanni, era nascosto tra i monti, partigiano che combatteva per ottenere una bene preziosissimo: la libertà.
“Qualcosa stava per accadere”.
In un momento storico nodale della II Guerra Mondiale, quando l’idea di una sconfitta iniziava a serpeggiare nei pensieri dei soldati tedeschi, l’autrice ambienta una storia coinvolgente al cui centro vi è una figura di giovane coraggiosa, sensibile e fiera, portatrice di un dono. La Garfagnana, isola verde della Toscana, terra ricca di borghi medievali, imponenti fortezze, spettacolari grotte e riserve naturali, fa da location a una storia d’amore emozionante, che cattura l’animo di chi legge.
“La luce la svestiva dei suoi panni da Segnatrice. E segnare era tutto ciò che la identificava, che le dava un motivo per camminare sulla terra”.
La segnatrice
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