La Vergine azzurra di Tracy Chevalier

La Vergine azzurra è il primo romanzo della scrittrice americana Tracy Chevalier, diventata famosa grazie al bestseller La ragazza con l’orecchino di perla.
Questo libro rientra nella categoria dei romanzi storici, come gran parte della produzione letteraria dell’autrice, e affronta il tema della diffusione del protestantesimo in Francia durante la seconda metà del Cinquecento.
L’intreccio narrativo si snoda su due piani temporali distinti:

• Il passato è rappresentato dalle vicende di Isabelle, soprannominata “Rossa” per la somiglianza con la statua della Vergine nel suo paesino, una giovane che nel XVI secolo si ritrova a vivere la situazione instabile degli ugonotti,ovvero dei francesi che avevano abbandonato il cattolicesimo per il calvinismo;
• Il presente è scandito dalla storia di Ella Turner, americana trasferitasi nella Francia meridionale, che decide di indagare sulle sue origini europee. Infatti il cognome Turner è l’americanizzazione del cognome “Tournier”, adottato dalla sua antenata Isabella la Rossa con il matrimonio.

Lo stile di Tracy Chevalier è semplice, ma coinvolgente, con una spiccata tendenza alle descrizioni sensoriali e cromatiche. Non è un caso che due degli elementi simbolici presenti in diversi punti delle storie di Isabelle ed Ella siano proprio due colori:

• l’azzurro, che figura anche nel titolo, è il colore del manto della Madonna, una delle figure sacre che il calvinismo invitava a non adorare
• il rosso, soprattutto quando indica, come in questo caso, il colore dei capelli, è collegato alle superstizioni e credenze popolari.

Similitudini e associazioni tra passato e presente non si fermano ai colori, piuttosto varcano i secoli e sembrano intrecciarsi per rinsaldare il legame di sangue che unisce le protagoniste, finendo con il catturare i lettori fino all’ultima pagina.