La donna delle meraviglie di Alberto Bevilacqua

“Ho aperto gli occhi. Erano le due di notte. Mi sono svegliato con la sensazione che stesse accadendo qualcosa di straordinario…”

Questo l’incipit de “La donna delle meraviglie”, un libro che mira dritto al cuore e colpisce con facilità e precisione.
Senza ferire o uccidere, però.
Innanzitutto una domanda: chi è questa donna delle meraviglie?
Domanda legittima ma la risposta non è così facile come sembra.
Non è soltanto una bella donna, non è una fanciulla illibata col cuore puro, non è una donna navigata, è un mosaico composto da tessere differenti che però combaciano perfettamente.

La donna in questione si concede e fugge, è cristallina ma ha zone d’ombra inquietanti che farebbero venir voglia di lasciar perdere ogni cosa.
È passione e dolcezza, è una notte calda d’estate e una gelida tormenta di neve nel più freddo degli inverni; una donna che è un enigma, o forse tanti enigmi che si sono fatti donna.
Il protagonista ne verrà soggiogato, allontanato e forse un poco amato da lei, la donna delle meraviglie.
Che si paleserà dinanzi a noi, che ascolteremo questa storia…

Alberto Bevilacqua nutre la nostra anima con un’opera semplice eppure ricca di sfaccettature.
Pagine e pagine colme di sentimenti, vicende e particolari che delizieranno la nostra mente, una donna che sembra un’immagine unica ma, se ci avviciniamo, noteremo le minuscole schegge che incidono il suo cuore, strappate a un cervello che sa quello che vuole.
“La donna delle meraviglie” (Mondadori, 1985, pp. 255, copertina a cura di Erté Can Can N° 6) è un libro che ci dirà molte cose, magari non tutte belle.
Da leggere e capire. E ricordare.