La felicità domestica
- Autore: Lev Nikolaevič Tolstoj
- Categoria: Narrativa Straniera
Ultimata la lettura de “La Felicità domestica”, il lettore non può non pensare alle parole di Paul Sweeney: capisci di aver letto un buon libro quando giri l’ultima pagina e ti senti come se avessi perso un amico.
Il romanzo, breve ma intenso, rappresenta un delicato e sottile strumento di analisi dei rapporti d’amore, dalla loro nascita alla loro evoluzione nell’ambito coniugale e familiare. L’opera è stata creata da un autore ancora trentaduenne nel 1859 ma quest’ultimo rende una testimonianza così fine ed introspettiva da poter essere percepita tutt’oggi. Vi sono, infatti, tematiche e riflessioni dell’animo umano, affrontate nel testo, che rimangono immutate nel corso dei secoli e permangono attuali e moderne. Noti sono, inoltre, gli elementi autobiografici e, in particolare, la storia realmente vissuta negli stessi anni dall’autore. Tolstoj, infatti, divenuto tutore di Verija Vladimirovna Arsen’eva, giovane ventenne e orfana di entrambi i genitori, se ne infatua e con lei è sul punto di fidanzarsi fino a quando, bruscamente, decide di spezzare ogni legame.
Nel romanzo Masa è una giovanissima donna, già orfana di padre e in lutto per la dolorosa perdita della madre, all’improvviso sola in una casa dove a farle compagnia vi sono soltanto le persone al suo servizio. Come tante ragazze della sua età, ella si preoccupa della sua felicità, dell’esteriorità e dell’apparenza sperando che in quest’ultima possa ritrovare serenità e individualità. A distrarla da questa condizione, vi è l’arrivo del più anziano tutore Sergej, al quale dovrà rivolgersi per le decisioni inerenti la sua futura vita. Sergej è un uomo rigido, severo ma estremamente protettivo; egli consiglia a Masa, inquieta e apatica, di tornare a dedicarsi a quegli interessi che la stessa coltivava prima della morte della madre. La giovane, sulla scorta di questi consigli, studia musica, si dedica alla lettura e al miglioramento della propria individualità, apprezza la vita di campagna, la natura e ancor più apprezza l’uomo che è fonte di una tale nascita di serenità e felicità in lei. Ogni nuovo arrivo di Sergej è accolto con gioia e piacere nell’inverno della piccola Masa. Sergej si innamora, ma solo al momento giusto egli si espone con la propria proposta di matrimonio. La futura sposa pensa di poter toccare la felicità in quei momenti e così è nel primo periodo matrimoniale, oltre che in seguito alla nascita dei figli.
Tuttavia, l’amore e la felicità sono qualcosa di temporaneo e di effimero, qualcosa che si tramuta e in ciascuno dei due diversamente. I dialoghi fra i due personaggi testimoniano i passaggi delle delicate incomprensioni ed inquietudini nascenti nel rapporto di coppia. E’ realmente possibile pensare che l’amore debba necessariamente tramutarsi in piacevole ma rassegnato affetto? Sembra percepirsi un tale intendimento nella conclusione di questo romanzo ed è per questo che il suo finale lascia un po’ in sospeso il lettore che, giunto a quel punto, vorrebbe invece conoscere la prosecuzione della storia. Tuttavia, proprio per questo, può essere considerato una sorta di incipit delle trame maggiori, più conosciute e più ampie, dell’autore. Nonostante le sole centotre pagine, nell’opera si può infatti cogliere, in maniera evidente, il classico e meraviglioso stile tolstoiano.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La felicità domestica
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