La fine dell’eternità
- Autore: Isaac Asimov
- Genere: Fantascienza
Il tema dei viaggi nel tempo e dei loro paradossi è stato ampiamente sfruttato da scrittori e sceneggiatori, generando un numero incalcolabile di romanzi, film, racconti, serie televisive, albi a fumetti e chi più ne ha più ne metta. Nella fantasia di alcuni, una tale opportunità accende solo la voglia di curiosare in un secolo diverso dal proprio, in altri una splendida (o terribile, secondo i punti di vista) utopia: cambiare il passato per cambiare il futuro, generando o azzerando un rapporto di causa-effetto per cancellare una guerra, permettere o accelerare una scoperta, addirittura elminare un personaggio negativo per il genere umano. Ma chi potrebbe prendersi una simile responsabilità, e, soprattutto, assicurarci che le buone intenzioni non ci porterebbero, invece, a un disastro?
Il romanzo La fine dell’eternità è la risposta che Isaac Asimov ha pensato per questi interrogativi, dando vita a uno dei suoi capolavori, in bilico tra fantascienza e distopia. Uno scenario nel quale le scoperte umane hanno permesso il raggiungimento dell’eternità, tramite la realizzazione del viaggio nel tempo. I Tecnici, mettendo in pratica gli ordini dei Calcolatori, si occupano di viaggiare fra un secolo e l’altro operando quei minimi cambiamenti che hanno come ripercussione l’alterazione del corso della Storia: a volte basta un barattolo spostato da uno scaffale all’altro. Gli operatori dell’eternità sono stati strappati alla loro vita normale, magari secoli prima, e vivono un’esistenza asettica, votata solo al lavoro, arida di sentimenti, con l’unica possibilità (poco sfruttata) di chiedere l’autorizzazione a una relazione stabile. Tutto questo, chiaramente, per il bene dell’umanità, sollevata da ogni tipo di problema, che si lascia vivere senza sospettare di essere, letteralmente, abbandonata fra le braccia di questa sorta di "casta", che le è, peraltro, ben poco nota, e ancor meno le risulta comprensibile.
Andrew Harlan è un Tecnico scrupoloso e ambizioso che ha sempre portato avanti il proprio lavoro con grande professionalità, e la propria passione per la storia "preistorica" con molta costanza. Ma, ovviamente, in ogni esistenza perfetta, prima o poi, si presenta un elemento di disturbo: nel suo caso si tratta di un sentimento chiamato amore. Non appena l’affascinante figura di Noys gli si para davanti, la strada di Andrew è segnata: dovrà cedere alla forza più tenace e devastante che esista in tutto l’universo. Per permettersi una vita insieme a Noys, Andrew infrangerà le regole e cercherà di fermare l’eternità, andando incontro a una serie di ipotesi, deduzioni, scoperte sempre più incredibili, fin quando non si raggiungerà il climax in un finale dapprima mozzafiato, poi, con una brusca virata, metaforico, ricco di poesia e aperto alla speranza di una vita sicuramente più libera.
Un romanzo fantascientifico/distopico sicuramente fuori dai canoni, vista la decisa pennellata di rosa che funge da agente scatenante di tutta la storia. Asimov ha uno stile di scrittura lineare, che rende facilmente digeribili anche le spiegazioni "pseudo scientifiche" più complicate e che fa immaginare uno scenario asettico, riconducibile alla fantascienza classica dei film e delle serie televisive (viene in mente, ad esempio "Spazio 1999"), dove la cupezza della vita programmata è racchiusa nell’animo dei personaggi piuttosto che evidente dall’esterno come in Orwell o Bradbury. Romanzo appassionante e ottimo punto di partenza per conoscere un autore davvero senza tempo.
La fine dell'eternità
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