La sposa scomparsa di Rosa Teruzzi

Milano, zona Navigli, quartiere popolare del Giambellino; Libera ha trasformato un casello ferroviario nella sua casa-lavoro, dove vive e si mantiene, realizzando meravigliosi bouquet di nozze. Libera è una bella donna di quarantasei anni e ha una figlia, Vittoria, che fa l’agente di polizia e una mamma, Iole, che continua a comportarsi da hippy. In una piovosa giornata di luglio, alla porta del casello ferroviario da poco ristrutturato bussa una donna vestita di nero. Rosalia indossa un lutto antico per la figlia misteriosamente scomparsa e cerca giustizia. Il caso risale a tanti anni prima e, poiché è rimasto a lungo senza risposta, è stato archiviato. Carmen, apparentemente una brava ragazza che divideva la sua vita tra casa e lavoro, infatti, è misteriosamente scomparsa l’8 agosto del 1988. Molte illazioni sono state fatte sul suo conto e sulla sua strana sparizione.

“Era veramente una maniaca ossessiva, una stalker Carmen, o solo una donna innamorata che non si rassegnava alla perdita del suo compagno? E quel conto corrente segreto nascondeva traffici sordidi o era invece, semplicemente, il frutto di un’abilità che lei aveva voluto nascondere ai suoi, della vincita a una lotteria, del dono disinteressato di un amico?”.

Le tre donne, le tre signore in giallo, decidono di risolvere il caso "Carmen": il caso di una ragazza di trentaquattro anni che i documenti in loro possesso descrivono come scialba e senza passioni ma che di fatto un giorno, dopo essere stata abbandonata dal suo Manuel, è diventata aggressiva e dura.

“E dalle carte emergeva che l’unica persona che avesse un movente per disfarsi di lei era l’ex fidanzato, un tipo con precedenti per rissa e lesioni”.

E così, nel generale scetticismo delle autorità che avevano ormai abbandonato il caso, la singolare équipe di improvvisate investigatrici di cui una sola autorizzata legalmente - Vittoria, in quanto poliziotta -, a dispetto delle stridenti diversità generazionali e dei molti bisticci che ne seguono, riuscirà a trovare, in modo originale, il bandolo della matassa, approdando a una verità tanto crudele quanto inaspettata.
“La sposa scomparsa” (Sonzogno, 2016) di Rosa Teruzzi, giornalista e scrittrice milanese, è un giallo "rosa" e non solo perché le protagoniste sono tutte donne ma anche e soprattutto perché nella loro diversità e peculiarità si uniscono, si sostengono, si proteggono, con grande complicità, contro gli uomini violenti. Vittoria oggi, come Carmen ieri, subisce la rabbia, le percosse, gli sbalzi d’umore di un fidanzato violento a cui, per fortuna, reagisce in maniera più forte e determinata.