Le onde
- Autore: Louis-Ferdinand Céline
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Via del Vento
Aprile 1917. Nel fumoir del Tarconia le onde accompagnano la vacuità dei volti e delle conversazioni di chi fa ritorno in Europa. Espressioni insopportabili rilevate dalla ironica irriverenza celiniana che, attraverso i tic e le storture di singole personalità, disegna l’atroce riflesso delle contraddizioni e delle ipocrisie che hanno trascinato la società francese e il resto del mondo in guerra.
Facce immortalate in una fotografia che ne svela al contempo tutto il realistico squallore, l’interesse personale pari al disinteresse per la collettività che è anche un grido di allarme dell’avanzamento del degrado culturale in occidente.
“Quanti codardi ho anche visto, che giorni prima tenevano a bada popoli di subalterni, così, anch’io adesso sono insieme a molti altri pieno di un penoso scetticismo verso questo stuolo di pretenziosi imbecilli perlopiù, il cui solo talento risiedeva nel mantenere tra loro e gli osservatori una cortina opaca, o piuttosto di un colore a loro favorevole, attraverso cui il popolo corrugato contemplava il suo oppressore, si ribellava a volte – ma così facendo consacrava l’efficacia di quel miraggio ingannevole.” (p. 15)
Così Céline manifesta la sua nuova consapevolezza a Simone Saintu, l’amica dell’infanzia, la cui voce lo sostiene durante i suoi esordi letterari e che nell’edizione curata da Anna Rizzello per Via del Vento si affianca a “Le onde”, a evidenziare una continuità di stile ma anche una contiguità di ispirazione nel momento del disincanto.
L’Africa tiene a battesimo l’arte di Céline. Il paese che più ha sofferto le contraddizioni del colonialismo frutto di una visione evoluzionista che giustificava il primato dell’occidente, i cui presupposti errati sono poi esplosi nella stessa Europa con la prima guerra mondiale, alimenta l’immaginario celiniano e segna, in maniera traumatica e permanente, la sua iniziazione letteraria.
Il rigoglio sconvolgente della vegetazione, l’ossessione dei rumori notturni, i canti e il tam tam degli indigeni, gli animali e il caldo spossante, da cui prenderà le mosse il “Viaggio al termine della notte”, ne mineranno il fisico. Nel 1917 tornerà in Francia ammalato di dissenteria. Ma è proprio nella sperduta capanna della giungla camerunense che inizia a formulare i primi esercizi di scrittura delle proprie esperienze, come testimoniano le lettere a Simone Saintu:
“Vi scrivo da una capanna abbandonata il cui tetto è poco ermetico[.] […] Davanti a me spunta da terra – un enorme cespuglio di fiori rossi – senza verde, mostruoso, appena appena grazioso. Un minuscolo colibrì, si dondola – nella corolla di un enorme vilucchio -”.
Un esercizio continuato a bordo del Tarconia dove prendono vita un maggiore scozzese di robuste bevute, uno svizzero venale, un governatore portoghese contrariato dalla Svizzera, un accademico vizioso, un patriota interventista afflitto dal mal di mare, due missionari danesi dall’aspetto insignificante, un principe rumeno appassionato compositore di versi, ispirato dalla morfina. A metà tra caricature e maschere di un’epoca di mistificazioni che troppi ha mandato in malora, descritti nella nudità immobile della loro inettitudine, rappresentano il naufragio di una classe dirigente codarda e meschina che, nel momento della catastrofe, è rimasta irrimediabilmente inchiodata alle proprie menzogne. Sono i tipi attraverso cui passa un clamoroso fallimento di stato, autori e vittime allo stesso tempo di una retorica che ha deformato il comune sentire, sconfortato, avvilito, spinto all’errore.
La guerra, insieme al mare che li separa dall’Europa, li tiene in ostaggio davanti allo sguardo dissacratore di Céline, che attraverso un resoconto grottesco, di sapore quasi pamphlettistico, fa il ritratto di un’umanità a perdere.
- Titolo: Le onde;
- Curatrice: Anna Rizzello;
- Casa editrice: Via del Vento (Pistoia);
- Anno: 2008;
- Direttore responsabile: Fabrizio Zollo
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le onde
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