Le radici del cielo di Romain Gary

Le radici del cielo di Romain Gary (BEAT, 2019, trad. E. Capriolo) ci ricorda che la natura non è un dono dovuto.
Africa equatoriale francese: un luogo che, col tempo, ha attirato la curiosità dei turisti, che ne apprezzano la fauna locale, ma anche, e soprattutto, le belle ragazze che servono loro da bere. Un modo come un altro per tirare avanti, insomma.
Poi, un giorno, arriva la tedesca Minna (bella, bionda, affascinante come poche) e lo scenario muta.

Minna è ammirata da tutti ma lui… lui ha qualcosa in più, il modo in cui la guarda, in cui la scruta dentro: non è il solito maschio in cerca di sesso, c’è dell’altro, in lui.
Ordina da bere e inizia parlarle in un modo… non so come dire, so solo che Minna rimarrà incantata da lui. Soprattutto quando le parlerà dei numerosi elefanti uccisi in nome del dio denaro.

Questo l’incipit del primo romanzo definito ecologista, una storia magari di fantasia che avrà tanti, troppi punti in comune con la realtà.
Romain Gary ci dona una storia che trasuda verità e ci farà inorridire davanti ai sentimenti più abietti che l’essere umano possa provare.
Un romanzo vero, dedicato a chiunque possieda una coscienza e a chi l’ha perduta; un libro per tutti coloro che hanno il coraggio di leggere la verità. Per gli altri potrebbe essere un brusco risveglio, ma, si sa, prima o poi dobbiamo aprirli, gli occhi.