Lettera d’amore alla Madre Terra
- Autore: Thich Nhat Hanh
- Casa editrice: Garzanti
Perché la “Giornata della Terra”, durante la quale si celebra l’ambiente e la salvaguardia del nostro pianeta, non si riduca all’organizzazione di eventi e manifestazioni che si esauriscono nell’arco di un solo giorno o di un breve periodo, Lettera d’amore alla madre Terra del monaco buddhista Thich Nhat Hanh, una delle figure più importanti della spiritualità mondiale, ci aiuta a comprendere la vera natura e l’importanza del rapporto con la Terra e, soprattutto, ci stimola a cambiare il nostro atteggiamento e i nostri comportamenti con gesti semplici, ma in modo profondo.
Innanzitutto occorre ricordare che la Terra non è solamente il luogo in cui viviamo – e quindi in termini di ciò che può fare per noi: noi siamo parte di lei e lei è in noi.
La Terra è viva e noi siamo una manifestazione vivente e pulsante di questo bellissimo e generoso pianeta.
Gran parte della nostra paura, della separazione, dell’odio e della rabbia, persino delle malattie e della nostra estraneazione rispetto al nostro corpo, deriva dall’idea che siamo separati dal pianeta: pensiamo di essere al centro di tutto e consideriamo la Terra qualcosa di inanimato. La Terra, invece, ha innumerevoli virtù: è solida e paziente; è creativa, amorevole e non discrimina le cose in buone o cattive, ma ne scorge il legame con tutto il resto:
"La nostra Madre Terra ci sostiene. Ci dà luce, ci dona l’aria per respirare, il calore per scaldare il nostro corpo e l’acqua da bere. Il nostro pianeta è una madre estremamente generosa che può sostenerci e darci tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Ci ha dato alla luce. Quando un giorno cesseremo di essere in questa forma, torneremo alla Madre Terra e lei ci riporterà indietro affinché ci manifestiamo nuovamente in qualche altra forma”.
Tutto dipende dal fatto che capiamo o meno che la Terra è noi.
Purtroppo, non possiamo aspettare a ristabilire il nostro rapporto con la Terra, perché, attualmente, siamo tutti in pericolo.
Il vero cambiamento, però, potrà avvenire solo quando ci "innamoreremo" del nostro pianeta: quando amiamo qualcuno, vogliamo prendercene cura come ci prenderemmo cura di noi stessi. Amiamo la Terra ed essa ci ricambierà.
E il primo passo verso il cambiamento e verso la guarigione consiste nella consapevolezza, alla base della quale c’è la consapevolezza mentale del respiro.
Esso ci permette di unire il corpo, la mente e il mondo esterno, ci tranquillizza:
“Inspirando calmo il mio corpo.
Espirando introduco la pace nel mio corpo”.
Molte delle nostre malattie sono dovute all’alienazione dal nostro corpo e dal corpo della Terra. Basta invece restare seduti, senza fare nulla, senza forzare la respirazione, ma godendone: a questo punto, il rilassamento porterà la guarigione.
C’è poi la consapevolezza del cibo come dono della Terra. Persino guardando o addentando un pezzo di pane dovremmo cercare di vedere e di sentire che in esso c’è tutto l’universo: i chicchi di grano, la pioggia, il sole, il terreno e il duro lavoro di molte persone.
“Quando mastichi sii consapevole che l’intero universo si sta riunendo splendidamente nella tua bocca. Non masticare le tue preoccupazioni, la tua ansia o i tuoi progetti. Apri gli occhi, guarda coloro che ti circondano e sorridi. Sii presente con il cibo e le persone sedute intorno al tavolo con te. […] Tutti trarranno profitto dell’energia collettiva della consapevolezza, della pace e della fratellanza, e otterranno guarigione, nutrimento e trasformazione”.
Lo stesso vale per la camminata consapevole.
Camminare, senza pensare a nient’altro, così che ogni passo consapevole, oltre a metterci in contatto con l’aria, il terreno sotto i piedi e tutti gli elementi intorno a noi, comprese le persone che ci seguono, è un passo in libertà, una manifestazione di amore.
L’ascolto consapevole, invece, ci permette di realizzare la vera saggezza.
La maggior parte del nostro pensare è improduttivo, perché una volta imparato ad ascoltare, dobbiamo anche imparare a riflettere su quanto abbiamo udito.
Nei confronti della Terra, una volta imparato ad ascoltare con consapevolezza, riusciamo a capire che cosa serve per ristabilire il suo equilibrio.
Noi, infatti, non le abbiamo restituito tanto quanto le abbiamo tolto e, turbando l’equilibrio dell’ambiente, provochiamo molta sofferenza.
Cambiando il nostro modo di vedere le cose, possiamo attenuare la sofferenza.
Restituendo l’equilibrio a noi stessi, possiamo iniziare a restituirlo alla Terra, la quale, con il respiro e la camminata consapevole, diventerà la nostra vera casa.
In questo senso anche la paura della morte non ha senso di esistere: nasciamo dalla Terra e torniamo alla Terra: nulla va perso e nulla guadagnato. Tutto ha origine dipendendo da tutto il resto. Non c’è alcun inizio e nessuna fine, non c’è creazione o distruzione di alcunché, solo forme diverse.
Durante ogni instante in cui siamo vivi in questo corpo, in questa manifestazione, emettiamo energia che può trasformarsi, ma non morire. La parola sanscrita che indica tutto ciò è karma, che significa "azione".
Un pensiero di compassione, di amore e di comprensione può risanare il corpo e l’intero pianeta. Un pensiero di odio, rabbia o disperazione può invece portare alla distruzione. I pensieri e le sensazioni che emettiamo nel mondo hanno effetti molto potenti e diventano azioni che si perpetuano in eterno.
Un potere, quello dei nostri pensieri, che aumenta quando siamo con altre persone, le onde di energia positiva diventano allora gioia, una sorta di “cibo collettivo”.
Nelle ultime pagine, Thich Nhat Hanh riprende e approfondisce le “pratiche per innamorarsi della Terra” e conclude con la lettera d’amore di un “figlio” al pianeta: la lettera che dà il titolo a uno di quei volumetti da portare sempre con noi, da leggere e da rileggere, da prestare e da consigliare.
E, soprattutto, da mettere in pratica ogni giorno.
Per noi stessi, per gli altri e per la nostra Madre Terra.
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