Limbo di Melania Mazzucco

Un argomento di grande attualità ma molto trascurato dai media, tranne in caso di morte di un militare in Afghanistan, è il tema scelto per Limbo, il nuovo romanzo di Melania G. Mazzucco, pubblicato da Einaudi nel 2012.

Protagonista è Manuela Paris, una donna soldato, una categoria che fa notizia se le appartenenti sono belle e fanno fare bella figura allo Stato nella sfilata del 2 giugno ai Fori Imperiali.
Sullo sfondo ritroviamo Ladispoli, una cittadina laziale del litorale, poco nota e raccontata con grande ironia da Carlo Verdone in uno dei suoi personaggi più riusciti, come un buco poco appetibile per bagnanti e turisti. Melania Mazzucco fa una sintesi magistrale di questi elementi, raccontando in un intenso romanzo la vicenda di una ragazza di appena ventotto anni, con il sogno di fare il militare di carriera, che riesce, dopo una faticosa selezione, a farsi mandare in missione come maresciallo dell’esercito, gruppo Alpini, ad Herat, dove viene posta al comando di un plotone di trenta uomini, ai quali deve dimostrare che una donna può essere un autorevole e coraggioso comandante. La Mazzucco ci racconta Manuela Paris la vigilia di Natale mentre sta tornando a casa, dopo mesi in ospedale in seguito all’attentato nel quale i suoi uomini migliori hanno perso la vita e lei stessa, ancora invalida nel corpo e nella psiche, tenta di rientrare in una vita normale. Manuela ha lasciato da tempo la sua casa di Ladispoli, dove ci sono madre, nonna, sorella, nipotina: un concentrato di donne difficili, perdenti, afflitte. La madre, impiegata nell’autogrill dell’autostrada, è stata lasciata dal marito, il padre di Manuela, che le ha preferito una giovane infermiera rumena con cui ha avuto un figlio maschio, grande ammiratore della sorella soldato; la nonna si è isolata nel mondo dei Testimoni di Geova, la sorella Vanessa, belloccia e disinvolta, ha avuto una figlia da un padre scomparso, e si industria a fare la maestra di ballo. Da tutto questo ambiente, provinciale e senza aspirazioni, Manuela è fuggita e ora il suo ritorno forzato la fa sentire un’aliena nella sua stessa casa.

Nell’albergo deserto di fronte casa, il Bellavista, sembra osservarla fumare dal balcone uno sconosciuto, che la ragazza incontra in spiaggia. L’uomo è misterioso, non dice nulla di sé ma sembra fatalmente attratto da Manuela, con la quale lentamente comincia un intenso e profondo rapporto sentimentale, basato su rapidi incontri clandestini, coinvolgenti rapporti sessuali, desiderio reciproco di aggrapparsi l’una all’altro. Cosa nasconde l’uomo che dice di chiamarsi Mattia? Perché compare e scompare senza dare spiegazioni? Eppure è capace di aspettare Manuela, carezzarne le ferite, ascoltare le dolorose e terribili esperienze della sua missione di pace che si è rivelata un percorso di guerra, nel quale la ragazza ha perso tutte le sue certezze, i suoi amici, la sua identità di donna...

Con grande capacità di analisi, Melania G. Mazzucco ci racconta una psicologia femminile ferita e dilaniata, quella di Manuela, e un’altrettanto drammatica vicenda umana, quella del sedicente Mattia, due storie parallele che non hanno ottenuto il diritto di rimanere insieme. Non sempre l’amore vince, sembra suggerire la scrittrice, perché la complessità del mondo odierno separa, divide, crea montagne inespugnabili, baratri incolmabili come le lande pericolose dei campi minati in Afghanistan. Un romanzo forte, commovente, sincero, in cui ad ogni personaggio corrisponde un pezzo di verità e di umanità ferita, raccontati con un linguaggio incisivo ed efficace, nel quale le citazioni (il Limbo del titolo) non sono mai libresche, ma naturali e spontanee.

Manuela ci resta nel cuore e i funerali di Stato dei militari in Santa Maria degli Angeli che abbiamo visto tante volte distrattamente in tv ci ritornano in mente con la forza e l’evidenza di qualcosa che ci riguarda tutti. Questo romanzo è una lezione di etica e di buona letteratura: un libro poetico e realistico, lirico e violento ad un tempo, senza soluzioni consolatorie, come troppo spesso la vita impone a tutti noi.