Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde
- Autore: Robert Louis Stevenson
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
“Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde”, celeberrimo racconto di Robert Louis Stevenson ambientato a Londra, inizia col misterioso caso di uno strano maligno individuo che si diverte a compiere misfatti, a cui si interessa l’avvocato Utterson, un uomo austero e onesto. Fra le tante vittime, spiccano il membro del Parlamento sir Danver Carew e il dottor Lanyon, suo amico. Durante una delle sue bravate, l’assassino travolge una ragazzina, passandovi sopra come se niente fosse e, di fronte alla reazione dei passanti, decide di risarcirla, entrando in un palazzo malandato e uscendone con un assegno firmato dal dottore. Utterson decide di indagare e scopre che l’entrata di questa casa non è altro che una porta di servizio della casa di un suo amico, il dottor Jekyll. Jekyll aveva da poco fatto scrivere proprio da Utterson un testamento nel quale dichiarava la volontà di lasciare le sue ricchezze ad un certo Mr Hyde, la stessa persona per la quale il suo domestico aveva ricevuto la raccomandazione di trattare con riserbo e obbedienza. Non è tutto. Il dottor Lanyon era amico anche di Jekyll e ultimamente gli amici si erano allontanati.
Sul signor Hyde pende un mandato di cattura e lo strano comportamento di Jekyll, che si fa sempre più strano e solitario, spinge le autorità a irrompere nella sua casa in cerca di prove. Troveranno Mr. Hyde morto e nessuna traccia di Jekyll, a parte due lettere scritte di suo pugno e una del dottor Lanyon, che rivelano come il dottore e Lanyon fossero in contatto per una lista di strani ingredienti che Jekyll doveva ricevere.
La terza lettera contiene la confessione di Jekyll, che svela come lui e Hyde siano in realtà la stessa persona. Jekyll aveva creato una pozione capace di trasformarlo in un suo alter-ego, un individuo malvagio, meschino ed egoista. Egli voleva trasformarsi in questa controparte malvagia con la speranza di poterla controllare perché se fosse riuscito a controllare se stesso quando in preda ai suoi bassi istinti distruttivi, sarebbe riuscito a trovare un modo per controllare gli istinti malvagi di ogni uomo. Ma fallisce: Hyde è troppo forte, troppo malvagio, troppo incontrollabile perché Jekyll riesca a trattenere il suo lato malvagio fatto persona, dal quale si lascia anche inizialmente sedurre. La doppia vita offre le sue comodità, permettendo di condurre un’identità sobria e onesta da dottore rispettabile, per poi lasciarsi andare come Mr.Hyde.
Le due controparti si odiano a vicenda, ma si alternano regolarmente. I problemi per Jekyll iniziano quando i reattivi essenziali per la pozione iniziano a scarseggiare. Il suo principale componente aveva una strana composizione chimica, non notata inizialmente dal dottore, e solo quando lo ordina per la seconda volta si rende conto che era proprio quell’impurità nel sale a renderlo speciale. Jekyll non riesce più ad avere l’ingrediente principale e proprio all’ultima trasformazione, si ritroverà nel corpo di Hyde, senza poter più tornare Jekyll e non può che uccidersi, come ultimo tentativo di controllo sulla parte malvagia.
Stevenson riesce a carpire l’essenza del dualismo che guida le azioni umane, a rappresentare la scissione dell’uomo fra il bene e il male e la conseguente lotta. Il romanzo è pieno di metafore che rappresentano questa contrapposizione che tocca la natura umana, ma anche l’ipocrisia radicata nella società borghese in cui l’autore viveva. La stessa casa di Jekyll, con la facciata ufficiale per amici e pazienti, ben curata ed elegante non è altro che la stessa struttura povera, squallida e poco curata che si affaccia dall’altra parte, con una porta di servizio da cui entra ed esce Hyde.
Anche il composto salino necessario per ottenere la pozione rappresenta l’essenza della natura umana: può avere delle caratteristiche che la fanno sembrare imperfetta, che spingerebbero colui che la deve maneggiare a pensare di cambiarla. Ma è la sua imperfezione a renderla speciale, efficace e questa imperfezione non si può cambiare. Jekyll, eroe positivista in una società che si fida della scienza e del controllo dei fenomeni, scopre di non poter controllare questa imperfezione, instabile e imperfetta, responsabile dell’efficacia della sua invenzione. Perché, a volte, sono le piccole cose che non possiamo controllare a rendere speciale e unica la vita stessa.
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E’ da un sogno che questo romanzo prende origine. Robert Louis Stevenson, cagionevole di salute, nel lontano 1885 prende coscenza di questo romanzo che sarebbe diventato, poi, uno dei grandi classici della letteratura occidentale.
Protagonista è il dottor Jekyll, che ricopre il ruolo di perfetto cittadino vittoriano: generoso, silenzioso, bravo al lavoro, intrattenitore di ospiti e tutte le buone qualità apprezzate in un periodo in cui bisogna racchiudere i desideri e le passioni in un cassetto ben sigillato. E’ un personaggio che si confina, che prende distanza dalla sua parte istintiva, ma che riesce a riconoscerla cosi chiaramente, da arrivare alla scoperta di una pozione che lo avvicinerà, sempre di più, alla sua parte feroce e irrazionale.
Il singor Hide è cruento e si giova del male che riesce a fare gli altri. Tanto più il dottor Jekyll ammonisce Hide in toni di bonaria paternità, tanto più Hide ricorda un figlio ribelle.
Tuttavia la distinzione tra bene e male non è cosi netta: Hide non rappresenta il Male poichè è legato indissolubilmente con Jekyll e Jekyll, nella sua volontà di dar sfogo ai suoi desideri più profondi, non rappresenta solamente il Bene.
Romanzo piacevole, che scorre nella mente dei personaggi che si incontrano durante la lettura e a cui l’autore affida la narrazione. La storia è conosciuta e questo non fa assaporare il piacevole stordimento della sorpresa e la lettura dei capitoli incalza lenta.
Gli ultimi due capitoli sono quelli che più colpiscono: Jekyll nel suo ultimo momento di lucidità scrive una lettera in cui si racconta, in questo modo abbiamo la possibilità di vedere la storia sia dai personaggi esterni sia dal protagonista stesso. Sono due capitoli in cui ritroviamo uno stile di scrittura che ci riporta indietro nei tempi e che ci fa apprezzare i grandi romanzi dell’800.
Lettura piacevole, ma, mancando l’effetto sorpresa, si perde molto. Nonostante ciò, quello che mi sorprende è la scoperta, in pieno Vittorianesimo, dell’ambiguità del genere umano e di un confine labile tra Bene e Male.
Libro bello e approfondita anche la recensione.
Libro bello e approfondita anche la recensione.