Macchine come me
- Autore: Ian McEwan
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2019
Il dilemma etico è sempre lo stesso: intelligenza artificiale sì o intelligenza artificiale no? Nel suo ultimo lavoro Macchine come me (Einaudi, 2019 traduzione di Susanna Basso), Ian McEwan il problema lo risolve a modo suo, dandoci una lettura triste ma allo stesso tempo romantica, di una prossima convivenza uomo-macchina.
Charlie Friend è un trentenne, ex avvocato tributarista, ormai radiato dall’albo, che fa fatica a trovare uno scopo nella vita, pertanto ciondola, giocando in borsa online, per rimediare lo stretto indispensabile per andare avanti; sembrerebbe non avere sogni, né ambizioni, né progetti, tranne più di una simpatia per l’inquilina del piano di sopra, avvenente ventenne, con cui si fanno platonicamente compagnia ogni tanto.
Qualche rimpianto intermittente sul passato, occasionali inquietudini riguardo al futuro, scarsa consapevolezza del presente fatta l’ovvia eccezione del campo sensoriale.
Con i soldi della vendita della casa della madre deceduta, Charlie, da sempre studioso di antropologia e curioso di elettronica, acquista uno dei 25 (12 Adam e 13 Eve, ormai esaurite, al momento dell’acquisto) esemplari in commercio, dell’ultimo ritrovato in campo di robotica, un "replicante" (concedetemi il quanto mai opportuno richiamo al capolavoro di Ridley Scott) creato come factotum e automa da compagnia.
A dirla nel più nobile dei modi, cercavamo di sottrarci alla nostra condizione mortale, di affrontare se non di sostituire la divinità con un io esemplare. In parole piú povere, intendevamo ideare una versione migliore e più moderna di noi stessi e gioire del trionfo dell’estro, del brivido della nostra maestria.
Siamo in un parallelo 1982, mai esistito, ma possibile, ove gli avvenimenti sono andati diversamente da quanto la storia recente ci racconta, una sconfitta alle Falkland, un governo traballante, una popolazione in stato di deriva economica e lavorativa, proteste e un’imminente volontà di uscire dall’Europa, insomma un passato quanto mai vicino alla realtà odierna.
Nei piani di Charlie, l’acquisto di Adam diventa il miglior pretesto per "condividere" qualcosa con Miranda e poterle, finalmente, dichiarare il suo interesse: difatti contribuiscono, ognuno a modo suo, a creargli una "personalità". Senza svelare dettagli che potrebbero far scemare il crescendo di ritmo e tensione che permea questo bellissimo lavoro, la trama diventa spunto di riflessioni più profonde, in parte personali, in parte decifrate ed esposte da un Alan Turing, sopravvissuto e quanto mai attivo nel progresso tecnologico in atto!
Il tempo, signor mio, ha un sacco sulle spalle, dove tiene le offerte per l’oblio.
Ne viene fuori un poema, un pensiero profondo, ma non indulgente, anzi piuttosto crudamente schietto, della natura umana, del nostro "io", che tanto ci sforziamo di poter replicare, ma che diventa, invece, unico, proprio perché contraddittorio, infido, sleale, ma anche capace di armonia, generosità e grazia! Macchine come me è una lettura da non perdere!
L’autunno a noi
promette primavera
a voi l’inverno.
Macchine come me
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Un libro perfetto per...
gli appassionati di Asimov, cui l’autore si ispira, agli amanti di film come "Blade Runner", ma anche per chi volesse porsi più di qualche domanda sul nostro futuro prossimo e su una quanto mai possibile convivenza con le intelligenze artificiali!
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Macchine come me
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Intelligenza artificiale: due semplici parole capaci di scatenare profonde riflessioni e accese discussioni fra chi la ama e chi la teme. Macchine capaci di pensare come l’uomo? E magari anche di provare emozioni e sentimenti? Per qualcuno sarebbe un’importante innovazione, per altri l’inizio della fine del genere umano. Il tema non è certo nuovo: vengono in mente tutta una serie di opere, sia prettamente fantascientifiche che appartenenti ad altri generi, come ad esempio il dramma "Minnie la candida" di Massimo Bontempelli, nel quale comunque l’esistenza dei robot "umani" è solo una burla purtroppo non a lieto fine, o l’ingiustamente snobbato film con Alberto Sordi "Io e Caterina", che, dietro all’apparenza di innocua commedia all’italiana, presenta una trama distopica e sottilmente inquietante, con il protagonista che rimane prigioniero della sua domestica robot.
La variante immaginata da McEwan si inserisce a metà fra la distopia e l’ucronia, essendo ambientata in un 1982 alternativo nel quale l’Inghilterra sta perdendo la guerra delle Falkland e i Beatles si sono ricostituiti. Questo scenario ucronico non si fa, però, sentire più di tanto, e rimane piuttosto un tenue sottofondo appena accennato, che, a ben vedere, non aggiunge né toglie niente alla vicenda in sé. In questo caso il protagonista è Charlie, rampollo di buona famiglia che, trovandosi in possesso di una più che discreta somma di denaro, decide di investirla non in una casa o in qualche altro bene di prima necessità, ma nell’acquisto dell’ultimo ritrovato della tecnica, un robot "umano": una specie di manichino estremamente realistico che presenta in tutto e per tutto le caratteristiche degli esseri umani. Non è chiaro neppure allo stesso Charlie quale sia lo scopo di tale acquisto, giustificato solo dal suo enorme interesse per la tecnica; fatto sta che si ritrova padrone di uno dei dodici "Adam" esistenti al mondo, con un sottile rimpianto per non avere avuto in sorte una delle tredici "Eve". Charlie è innamorato di Miranda, la ragazza del piano di sopra, e proprio l’arrivo di Adam gli darà la scusa per avvicinarsi di più a lei, intrecciando con lei una relazione e coinvolgendola nella programmazione iniziale della sua "creatura", quasi si trattasse di un figlio. Le cose, inizialmente, sembrano mettersi bene, con Adam che sostituisce Charlie davanti al PC nella sua occupazione di investitore, ma ben presto strani malumori entrano in gioco: Adam diffida inizialmente di Miranda, per poi innamorarsi di lei scatenando la gelosia di Charlie. Nel frattempo, iniziano ad arrivare notizie di altri Adam e di Eve caduti in depressione, alcuni dei quali hanno attuato una forma di "suicidio". Perché? La stessa Miranda nasconde qualcosa, un doloroso segreto che ne ha generato un altro, forse ancora più doloroso; inoltre, l’incontro con il piccolo Mark trasferisce il suo desiderio di maternità dalla finzione costruita su Adam alla realtà, trovando Charlie del tutto impreparato. Finché gli eventi non precipitano e non ci si rende conto della fondamentale differenza fra gli umani e i robot, che nessuno, forse, riuscirà mai a colmare e che si chiama verità...
Curioso e leggero intreccio fra distopia e storia d’amore, con una certa componente di mistero, questo libro è reso quasi "etereo" dallo stile di McEwan, impalpabile e come sospeso nel tempo e nello spazio, che crea una storia che prescinde dal quando e dal dove. Una lettura affascinante.