Mare nero di Gabriella Genisi

Torna finalmente la più bella “commissaria” d’Italia. Ma che dico, del mondo!
Lolita “Lolì” Lobosco, ispettore… ancora per poco. Eh sì, perché in “Mare nero”, Lolita assurgerà al ruolo di questore, come ci dirà lei stessa, all’inizio della storia.
Il motivo della promozione? Eh, dovete leggere le parole di questo affascinante libro di Gabriella Genisi, prima.

Tra un piatto casalingo e una sfuriata/risata con i fidati Forte ed Esposito, un messaggio di Giovannimio e un corteggiamento dolce e spregiudicato, la magica Lolì dovrà indagare su di un duplice omicidio.
Un ragazzo e una ragazza, in procinto di sposarsi, decidono di fare un’immersione ed esplorare un relitto che li affascina. Purtroppo quella sarà la loro ultima avventura, insieme.
Il professor Introna, personaggio squisito e istrionico, rivelerà a Lolita che la ragazza non è morta per caso, poiché nelle sue bombole è stata trovata una pesante dose di monossido. Assassinio premeditato? E il ragazzo? Gli è toccata la stessa sorte?
Quando, poi, entra in scena una ragazza che ha avuto dei trascorsi con il ragazzo assassinato, l‘omicidio passionale sembra il risultato più ovvio.
Eppure, più passa il tempo e più Lolita si convince che la verità si nasconde nelle profondità del mare, quel mare nero tanto cantato e tanto amato. Ma che nasconde anche tanto, troppo dolore.

Gabriella Genisi ci riporta nella sua Bari, con la solita freschezza e la sua innata classe. Un libro dolce e drammatico, questo “Mare nero” (Sonzogno, 2016, pp. 169), una storia attuale che ci colpirà con la forza di un’onda anomala, abbracciandoci e ferendoci nel cuore e nell’anima.
A volte preferiamo far finta di nulla e cerchiamo di vedere soltanto le cose belle, senza accorgerci di ciò che sta accadendo attorno a noi.
Lolita uscirà sconvolta da questa vicenda, e non soltanto per i due cadaveri che vi verranno presentati nelle prime pagine. Dopo aver visto il mare, il suo mare, il nostro mare, subire attacchi di cupidigia da parte di chi lo usa per arricchirsi e avvelenare gli altri, non può restare impassibile. E non dovremmo nemmeno noi.
Tante altre volte Lolita ha pianto e ci ha fatto piangere, ma questa volta l’amaro delle sue lacrime lo sentirete nel cuore e nell’anima.