La morte a Venezia letto da Massimo Popolizio
- Autore: Thomas Mann
- Genere: Audiolibri
- Anno di pubblicazione: 2015
La morte a Venezia (titolo originale Der Tod in Venedig) di Thomas Mann (Lubecca, 6 giugno 1875 – Kilchberg, 12 agosto 1955), pubblicato nel 1912 ora è disponibile in versione audiolibro edito da Emons e letto da Massimo Popolizio.
“Gustav Aschenbach o von Aschenbach, come suonava ufficialmente il suo nome dal giorno del suo cinquantesimo compleanno, in un pomeriggio di primavera di quell’anno 19... che per mesi e mesi mostrò al nostro continente una faccia tanto bieca, era uscito dalla sua casa della Prinzregentenstrasse in Monaco di Baviera per intraprendere una lunga passeggiata”.
La voce profonda e intensa di Massimo Popolizio dà voce alla passione proibita di un celebre scrittore per un efebico adolescente di commovente e seducente bellezza. Lo sfondo di questo amore impossibile è Venezia, luogo di decadente e suggestiva malia. Il romanzo breve dello scrittore e saggista tedesco Premio Nobel per la Letteratura 1929, ambientato nel raffinato ed elitario Hotel des Bains situato presso l’isola del Lido di Venezia, è la storia di una serie di giochi di sguardi tra il quattordicenne Tadzio di nobile famiglia polacca, abbigliato alla marinara e l’anziano scrittore vittima di un vero e proprio coup de foudre nei confronti di questo adolescente tanto somigliante a una scultura greca. “
Con meraviglia Aschenbach vide che il ragazzo era di una bellezza perfetta. Il suo viso, pallido e graziosamente chiuso, attorniato da ricci color del miele, col naso diritto, la bocca amabile, un’espressione di gentile e divina serietà, ricordava le sculture greche dei tempi più nobili, e accanto alla purissima perfezione della forma recava un fascino così unico e personale, che parve al riguardante di non aver mai veduto né in arte né in natura nulla di così felicemente riuscito”.
Di fronte a tanto fascino che appare incarnare i canoni della bellezza classica greca vagheggiata da Aschenbach che proviene dal Nord Europa, da Monaco di Baviera, Gustav vede inesorabilmente vacillare la propria facciata di rispettabilità e il suo rigore morale, segnando così il proprio destino. Intanto il vento di scirocco caldo e gravido di umidità preannuncia un’epidemia di colera che le autorità locali cercano di nascondere. Il testo manniano, redatto dall’autore poco più che trentenne già reduce dal successo del romanzo I Buddenbrooks. Decadenza di una famiglia (1901), viene esaltato e reso ancora più vivido dall’interpretazione vocale di Popolizio. Quest’ultimo, è bene ricordarlo, è un valente attore teatrale (citiamo una lunga collaborazione con Luca Ronconi che ha visto Popolizio interprete di oltre trenta spettacoli del grande regista: dal Re Lear al Peer Gynt, fino alla recente Lehman Trilogy) e cinematografico (Romanzo criminale (2005), Mio fratello è figlio unico (2007), Il Divo (2008) e Il giovane favoloso (2014). La lettura ad alta voce dell’artista rimanda a quelle suggestioni intime che il grande autore seppe trasporre in un’opera completa e complessa ricca di sottintesi.
“Dunque rimango, - pensò Aschenbach. - Dove trovare di meglio? E con le mani intrecciate in grembo lasciò errare i suoi occhi sulle lontananze del mare, e il suo sguardo ruggire, dissolversi, spezzarsi nel vapore monotono dello spazio deserto”.
Indimenticabile l’omonima trasposizione cinematografica dell’opera diretta da Luchino Visconti nel 1971 nella quale il desiderio struggente di Gustav è tutto nello sguardo di un bravissimo e quanto mai convincente Dirk Bogarde.
“Ancora voltato, Aschenbach ascoltava la voce del fanciullo, quella voce chiara, un po’ sottile, con cui egli cercava di annunciarsi già da lontano ai compagni di gioco occupati intorno alla fortezza”.
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