Mentre morivo
- Autore: William Faulkner
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
Si ritrova proprio tutto di Faulkner in “Mentre morivo” (pubblicazione in lingua originale del 1930, prima edizione italiana Mondadori del 1958): un’architettura meticolosa, una scrittura evocativa e spesso cruda, l’inserimento di flussi di coscienza (paragonati irrimediabilmente a quelli di James Joyce nel suo “Ulisse”) e l’irrinunciabile coro polifonico di voci già ritrovato nel suo “L’urlo e il furore” pubblicato solo un anno prima.
Io mi avvio per l’entrata, udendo le voci prima di arrivare alla porta. Inclinata un po’ in avanti per la pendenza della collina, come è la nostra casa, nell’entrata c’è sempre una brezza che soffia verso l’alto. Una piuma lasciata cadere vicino all’entrata sale e sfiora il soffitto, risalendo all’indietro fino a che trova la corrente che scende verso la porta sul dietro: lo stesso con le voci. Quando sei nell’entrata, sembra che parlino dall’aria sopra di te.
Dai primi capitoli del romanzo il lettore è confuso ed annaspa alla ricerca di dettagli che possano permettergli di seguire un filo logico della narrazione. Ciò non avverrà in quanto lo scrittore statunitense volutamente cambia di continuo registro e, come una cinepresa, inquadra talvolta un’immagine, talvolta riporta un dialogo oppure riproduce un singolo suono. Ed è proprio questa la provocazione lanciata a chi legge: quella di riuscire a capire cosa accade e cosa invece è già accaduto e viene solo accennato. Chi raccoglie il guanto avrà l’onore di addentrarsi all’interno di una complessa realtà famigliare, quella dei Bundren, e di apprezzarne appieno tutte le sfaccettature. La maestria di Faulkner (non a caso premio Nobel nel 1950) ipnotizza l’attenzione.
Per non smorzare la curiosità e non deludere le aspettative di chi si deve ancora approcciare a questo romanzo, la sinossi è obbligatoriamente sintetica. Ciò che si svolge sta in quel “mentre” espressamente indicato nel titolo, anche nella versione originale inglese (“As I lay dying”): si tratta di tristi preparativi che precedono l’interramento e si tratta anche di un viaggio omerico e rocambolesco verso il luogo prescelto per la sepoltura. I personaggi sono affaccendati in prima persona negli eventi, svelando ognuno la propria storia ed il proprio passato. Chi sta spirando è invece Addie, madre di cinque figli delusa dalla vita:
E quando mi resi conto di avere Cash, mi resi conto che vivere era terribile, e che quella era la risposta. Fu allora che capii che le parole non servono a nulla; che le parole non corrispondono mai neanche a quello che tentano di dire.
Chi vincerà la sfida al termine del romanzo? A voi l’ultima parola di questa recensione.
Mentre morivo
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