Morto a sua insaputa di Zap & Ida

Il commissario Amareno Fabbri non doveva lasciarci, dispiace la sua uscita di scena! Figlio di un partigiano, capo della Questura di Bologna, uomo di legge, solido, dalle spalle larghe, innamorato di una dolce e intelligente squillo; amante delle tagliatelle che Marisa gli preparava ogni qualvolta le desiderava e che ringraziava con una carezza lungo il fondoschiena, un atto d’amore che valeva più di cento “ti amo”.
A differenza di tanti colleghi da sempre di sinistra come ce n’erano pochi, onesto, integerrimo, incorruttibile e senza peli sulla lingua, comprensivo e paziente nelle sue inchieste. No, non doveva morire in un assurdo incidente stradale.
Zap & Ida da oltre quarant’anni sono una delle coppie più inossidabili della satira, dei fumetti e da qualche tempo scrittori di gialli. Morto a sua insaputa (Giraldi Editore, 2023) è il loro sesto romanzo con protagonista il commissario Amareno Fabbri.

Abbiamo perso un grand’uomo. La Uno del commissario Fabbri si è scontrata in via Stalingrado con un maledetto camion e lui ... e lui è rimasto schiacciato sotto il carico.

Tutte le cronache locali e i giornali radio riportano la notizia della scomparsa del famoso commissario, che come un ghost invece scoprirà di poter comunicare con la bellissima Marisa, neanche la morte era stata in grado di separarli, e l’agente Rossetti, uomo a lui fedelissimo. Vederlo vivo e vegeto mentre tutti versavano lacrime per la sua dipartita sarà alquanto strano, e molto commovente nell’abbraccio di chi l’ha amato intensamente e di chi era ai suoi ordini.
Fabbri dopo aver assistito al suo funerale, attraverso l’agente Rossetti comunicherà alla sua squadra che, seppur invisibile, continuerà a lavorare in Questura.
La sua missione di castigamatti doveva continuare, perché altro non sapeva fare, e lo doveva anche alla sua amata città, non diversa dalle altre, con la maggior parte delle persone composta da brava gente e che da sempre voleva riportare a una vita dignitosa.

Di sicuro sarebbe un deterrente per i balordi che temeranno sempre di avermi alle spalle...Molti stupratori, assassini, pusher, politici corrotti e tanti altri temendo la mia presenza si guarderanno bene dal commetterli.

Il commissario scoprirà che con il solo batter degli occhi può raggiungere i luoghi dei crimini e utilizzare la sua arma segreta quella che adorava fin da ragazzo, lo sgambetto: un’arma letale con la quale potrà bloccare delinquenti d’ogni risma.
La sua non morte sarà riportata in prima pagina da tutti i quotidiani, divenendo in poco tempo una vera leggenda con la sua fama di poliziotto invisibile.

L’alter ego vivente di un morto ha molti poteri che Fabbri scopre a gradi. Per ora si è reso conto solo di alcuni: riuscire a fare gli sgambetti...può camminare non visto fra la gente e, dulcis in fundo, è in grado di far volare nel cesto il mitico pallone da basket con le firme autografe, quelle dei campioni della Virtus, che teneva gelosamente su una mensola assieme ad altri ricordi e trofei della squadra amata.

La sua nuova vita susciterà l’interesse di una famosa trasmissione Rai che vorrà intervistare quell’uomo di legge che nessuno può vedere ma in grado di contrastare il crimine nella sua città, Bologna. Le sue indagini avranno successo, con un susseguirsi di colpi di scena e sorprese, e tra i confini tra realtà e illusione, Amareno Fabbri continuerà a dichiarare tutto il suo amore alla sua Marisa. Morto a sua insaputa è ancora una volta una storia emozionante con eventi inaspettati e situazioni imbarazzanti, coinvolgente come sono stati i racconti gialli precedenti e con una morale, tra sorrisi e riflessioni, che ci attende inattesa nel finale.