Napoleone
- Autore: Andrea Frediani
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2023
Imperatore, conquistatore e straordinario condottiero: l’epica ascesa e la caduta di un uomo destinato alla grandezza.
Un grande romanzo storico, “strilla” la copertina del volume Newton Compton Napoleone di Andrea Frediani (prima edizione novembre 2023, collana “Nuova Narrativa Newton”, 320 pagine).
In concomitanza con l’uscita del grande film del regista Ridley Scott, con Joaquin Phoenix nei panni del piccolo Caporale dell’Armée, lo scrittore romano riprende la vita, la leggenda, il mito del gigante Bonaparte, dalle vicende della famiglia coinvolta nella rivolta indipendentista soffocata dalla Francia nel 1768 in Corsica, alla partenza per l’esilio nell’isola atlantica di Sant’Elena.
Divulgatore storico e prolifico romanziere (nato a Roma nel 1963), Frediani fa raccontare in prima persona, dallo stesso generale, il corso dell’esistenza di uno dei più grandi geni militari di tutti i tempi.
Insolitamente, comincia da quand’era “nella pancia della mamma”, la bella Letizia Ramolino, in ansia per la sorte del marito. Carlo Buonaparte si batté con Pasquale Paoli, l’eroe dell’indipendenza tentata dai patrioti corsi, nell’isola da poco ceduta dalla Repubblica di Genova alla Francia, nel 1768, col Trattato di Versailles.
Un romanzo di sostanziale invenzione, ma non di sana pianta: abbondano episodi ed eventi autentici, ricorrono frasi pronunciate davvero da Napoleone, oltre a ciò che Frediani premette:
Ha presunto come storico o prodotto con la mia immaginazione da romanziere.
Un grande, quel francese “straniero” in Francia, segnato comunque da vistose contraddizioni: progressista e moderno, un vero figlio della Rivoluzione e allo stesso tempo un giovane di mentalità provinciale, retrívo e moralista, cresciuto in un’isola e per due decenni sotto l’Antico Regime. Profondamente rispettoso delle donne e tuttavia visceralmente maschilista.
Le considerazioni tratte direttamente dalle sue parole costituiscono l’ossatura di questa autobiografia virtuale, che Napoleone avrebbe raccontato solo a sé stesso: era troppo intelligente per rivelare a chiunque altro di sentirsi infallibile e troppo narcisista per ammettere con altri, se non con sé stesso, di avere commesso degli errori.
E di passi falsi non avrebbe potuto non farne, nella sua esistenza sul filo sottile tra il successo e il fallimento. Un vita totalmente basata sull’azzardo quella di Napoleone Buonaparte da Ajaccio in Corsica (1769-1821), francesizzato in Napoleon Bonaparte, allievo del Collegio reale di Brienne-le-Château, cadetto nella scuola militare di Parigi, ufficiale d’artiglieria dell’esercito della Rivoluzione, generale dell’Armée d’Italie, primo console della Repubblica, imperatore di Francia dal 1804 al 1815.
Un uomo che ha sempre giocato il tutto per tutto nella carriera militare-politica e nella vita privata. Che ha sempre osato, mai esitato. Che ha sfidato la sorte quando le condizioni erano avverse, accettando il rischio di perdere, pur di vincere.
Si è rialzato così tante volte quand’era sul punto di cadere, che stenta a ricordarle: è quello che ripensa sulla piana di Waterloo, alle 13 del 18 giugno 1815, alla notizia che i prussiani di Blucher stanno sopraggiungendo sul campo di battaglia in cui è impegnato contro gli anglo-olandesi.
Tante volte davanti al peggio è scampato alla sconfitta, all’umiliazione, perché sono arrivati i suoi marescialli a risolvere la giornata: Davout ad Auesterdt, Ney a Rivoli, il provvidenziale e sfortunato Desaix, sopraggiunto in extremis a Marengo, quel pomeriggio di quindici anni prima, a sbaragliare gli austriaci del generale Melas quasi vincitori.
Questa volta, però, le truppe di Grouchy non arriveranno in tempo a parare la minaccia delle colonne ostili in avvicinamento da est. Guarda le linee rosse ancora fitte del suo avversario Wellington, pensando di avere poco tempo per sconfiggerle, prima di affrontare le giubbe nere prussiane.
E pensa all’occasione persa di dare battaglia di prima mattina a britannici e orange, sottrattagli dal temporale notturno, che ha impantanato il terreno costringendolo a rimandare le cariche della cavalleria.
La fortuna degli audaci gli ha voltato le spalle, mentre a Tolone lo aveva sospinto, quando i suoi progetti arditi e gli accorgimenti tattici sull’impiego dell’artiglieria erano stati decisivi contro i lealisti anti rivoluzionari e le truppe inglesi, snidati dai forti, dalla città e dal porto. Barras e Saliceti del Direttorio lo avevano notato e promosso.
Barras è comandante della piazza di Parigi quando gli affida il controllo del quartiere che i popolani insorti contro la Convenzione stanno invadendo nella rivolta del 13 Vendemmiaio 1795.
Napoleone, generale appena venticinquenne, coglie l’occasione di riscattarsi agli occhi del governo, che lo aveva non solo emarginato, addirittura destituito per scelte politiche infauste. Gli viene data carta bianca e non ha scrupoli nell’adottare misure spietate. Blocca con le truppe le vie d’accesso alle Tuileries, invia il maggiore di cavalleria Murat a impossessarsi dei cannoni della Guardia nazionale e sono le disposizioni decisive, ben più del cannoneggiamento contro i popolani in Saint Roch e rue Saint-Honoré, che gli venne rimproverato, tanto da guadagnargli il soprannome di “generale Vendemmiaio”.
Uomo giusto al momento giusto, gli tocca fronteggiare le proteste per la carestia, ma non ricorre sempre alla forza: quando una folla, composta in gran parte di donne, assalta i forni, rimanda tutti a casa con una semplice battuta.
Ormai si è conquistato una solida fama, Barras lo promuove generale di divisione e gli affida l’Armata d’Italia, in un fronte secondario contro l’Austria, che il genio corso trasforma in un’epopea militare, avviando la sua ascesa inarrestabile.
Le grandi battaglie di Napoleone. Dalle grandi imprese di Marengo, Ulma, Austerlitz, Jena, Friedland e Wagram alle drammatiche disfatte in Russia, a Lipsia e a Waterloo
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