Niente lacrime per la Signorina Olga
- Autore: Elda Lanza
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Casa editrice: Salani
- Anno di pubblicazione: 2012
“Hanno ammazzato una vecchia signora, al quartiere nuovo, qui a Trissera. Strangolata”.
In un rispettabile condominio della periferia milanese, in via Worktz 227, l’ultraottantenne Olga Giannini, piccola, minuta, “una figura pallida avvolta in una pelliccia di astrakan”, è stata uccisa nel suo appartamento nel quale era venuta ad abitare nove anni prima. L’anziana donna, che conduceva una vita solitaria, viveva in una mansarda di 70 metri quadrati arredata con mobili solidi, buoni, antichi e veri come lei. Il caso viene affidato a Massimo, Max, Gilardi, capo del commissariato di quella zona della città, coadiuvato dal suo vice Santino d’Urso. Il poliziotto, il quale nelle sue indagini unisce il talento e la memoria alla sua capacità di correlare episodi che sembrano apparentemente insignificanti e non collegati tra di loro, deve far luce tra segreti e omissioni degli inquilini del condominio, “un bel covo di serpi”.
Come in una commedia pirandelliana dove i personaggi non sono mai come sembrano, sul palcoscenico del romanzo si presentano i vicini di casa apparentemente al di sopra di ogni sospetto. Tra questi il portiere Vittorio e sua moglie Alba, Francesco e Norma Piersanti, il claudicante Maggiore Alessandrini che era legato da specchiata amicizia con la signorina Olga, i coniugi Fasoli trapiantati dal Sud a Milano, l’esuberante Armanda Cannuli “una brava donna inconcludente”, Cesare e Allegra Signorini cortese sposina amica dell’uccisa che amava la pittura e il découpage. Nell’appartamento della Signorina Olga originaria del Piemonte, educata, gentile, premurosa, colta, che non amava i pettegolezzi ma era ossessionata dall’ordine, Max e il suo vice non trovano un solo segnale della sua presenza, come se la defunta proprietaria fosse vissuta in quella casa provvisoriamente “da estranea, di passaggio”. Unico indizio è un quadro sparito e forse quella cornice rimasta vuota è la chiave dell’enigma, di una trama intricata, dove non solo tutto ruota intorno alla vittima, ma ciascuno non deve sapere dell’altro ma “essere indispensabile alla soluzione di ogni faccenda”.
Il romanzo Niente lacrime per la Signorina Olga di Elda Lanza (Salani), uscito nel settembre del 2012 e ora alla sua seconda ristampa, rivela le doti di giallista di una donna dalla personalità poliedrica che è stata la prima presentatrice della televisione italiana, poi giornalista, autrice ed esperta di comunicazione, docente di Storia del costume.
“Sono una donna che vive con gli occhi aperti”
ha precisato Elda Lanza (autrice di un libro sui Riti della comunicazione, uno sul galateo e svariati romanzi d’amore), che nella prossima primavera pubblicherà il secondo volume (Il matto affogato) di una trilogia con protagonista il napoletano Max Gilardi, “alto, spalle larghe, fianchi stretti e braccia robuste”, uomo d’antico stampo.
Marco Vichi, che firma la fascetta del volume, ha definito l’autrice “un Camilleri in gonnella”.
“Ho conosciuto Elda via mail, mi era stata segnalata dal giornalista/scrittore Mariano Sabatini e l’ho paragonata a Camilleri per l’umanità che racconta al di là del giallo, nonché per la veneranda età e per la simpatia che mi ha suscitato attraverso le mail”
ci ha confidato Marco.
Elda Lanza, che ha contribuito a fare la storia degli albori della televisione italiana, qui si conferma una brillante e brava scrittrice grazie al suo stile elegante e arguto. Complimenti a un’autrice femminista ante litteram, ex allieva di Sartre alla Sorbona, dall’innegabile talento e dal garbo innato.
“Come ogni mattina il commissario Gilardi arrivò al commissariato dieci minuti prima dell’orario di lavoro. Gli piaceva essere solo, anche per poco, in quelle stanze vuote”.
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