Non avevo capito niente
- Autore: Diego De Silva
- Categoria: Narrativa Italiana
E’ un romanzo dal ritmo veloce, ben scritto. Si legge che è un piacere. Il protagonista si chiama Vincenzo Malinconico, ha 42 anni e fa l’avvocato. Non ama molto il suo lavoro e cerca di farlo il meno possibile. Divide lo studio con altre persone, va al tribunale solo per perdere tempo, se ne va in giro per la città a vuoto, a volte perdendosi. Ha due figli che adora, sua moglie lo ha lasciato per un altro, ma ogni tanto lo chiama per fare del sano sesso, ha una casa con mobili ikea, si ciba di “ quattro salti in padella “, ha una specie di angelo custode e di diavolo tentatore che si battibeccano nella sua testa. La sua vita scorre lenta, uguale e piena di dolore per l’amore che ancora nutre per sua moglie Nives. Ma quando proprio non se l’aspetta, succedono due cose incredibili nella sua vita, due "miracoli". Il primo è che Alessandra Persiano, la donna più bella del tribunale, s’innamora di lui. E’ il secondo è che, suo malgrado, si ritrova a dover difendere un camorrista, Mimmo ‘o Burzone, ( in italiano è Mimmo il borsone, chiamato così perché da giovane faceva il rappresentante porta a porta ), dall’accusa di omicidio. In realtà, nel suo giardino, hanno trovato la mano di un cadavere. E’ la linea difensiva ideata da Mimmo ‘o Burzone (e che Vincenzo Malinconico suo malgrado ha dovuto accettare) è che quella mano si trova lì a causa del suo cane. Un pitbull che, secondo il boss, ce l’avrebbe portata.
La vita di Vincenzo Malinconico subisce un grande cambiamento. E nel corso di questa causa e nel corso dell’amore sbocciato con Alessandra Persiano, ritroverà se stesso , o almeno quella parte che girava a vuoto. E sente che tutto quella che era successo prima di quel “miracolo “ non gli fa più male. Capirà che non ama più sua moglie Nives e che ha voglia di ricominciare con Alessandra.
Il libro è intelligente e spassosissimo. Una lingua scorrevole, contemporanea e piena di un’intercalare napoletano davvero graziosissimo. Diego De Silva è davvero un bravo scrittore e il libro merita decisamente di essere letto. Se non altro per perdersi tra tutti i pensieri confusi del protagonista, tra le sue paure, le sue incertezze, le sue fissazioni, le sue piccole e grandi scoperte.
Nelle primissime pagine, queste sono le parole più belle:
“Io vorrei, vorrei davvero che i dispiacere scaduti, le persone sbagliate, le risposte che non ho dato, i debiti contratti senza bisogno, le piccole meschinità che mi hanno avvelenato il fegato, tutte le cose a cui ancora penso, le storie d’amore soprattutto, sparissero dalla mia testa e non si facessero più vedere , ma sono pieno di strascichi , di fantasmi disoccupati che vengono spesso a trovarmi. Colpa della memoria, con congela e scongela in automatico rallentando la digestione della vita e ti fa sentire solissimo nei momenti più impensati.”
Non avevo capito niente
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