Omi e Cic
- Autore: Roberto Piumini
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
“Omi e Cic” (Gallucci Editore, 2017, disegni di Antonella Abbatiello) è una tenera fiaba Roberto Piumini che narra di una bella amicizia nata tra un folletto e una pecorella.
“C’era una volta, nel bosco di Zanzà, un folletto che si chiamava Cic”.
Cic, dai capelli rossi e blu, profumava di fiori e frutta, perché trascorreva le sue giornate cercando fragole, more, mirtilli, lamponi e anche qualche fiore. Il goloso folletto possedeva una bocca grande da cui uscivano tante curiose domande.
“Picchio, perché ti chiami Picchio?”.
Il paziente picchio, il quale sbucava da un fronzuto albero, rispondeva fino a
“Basta domande, Cic: vattene o ti do una beccatina!”.
A quel punto il folletto se ne andava, perché temeva le beccatine dell’uccello. Dopo era il turno del gufo ascoltare gli incessanti quesiti del curiosone.
“Gufo, perché la luna è tonda?”.
Quando veniva notte, Cic cercava un posto per dormire: qualche volta in un buco di tronco, o sotto un masso, qualche altra volta in un mucchio di foglie. Una sera di quelle senza luna, il folletto, mentre cercava un riparo per riposare “tasta di qua, tasta di là”, all’improvviso sentì qualcosa di morbido.
“Chi sei?”.
Il buffo animaletto, di nome Omi, era morbidissimo e tondo. Cic gli propose di dormire insieme.
“Tu sei morbido, e io appoggerò la testa su di te come su un cuscino”.
Allora Omi e Cic, si misero vicini e si addormentarono. I due abitanti della boscaglia, diventati amici, si divertivano a correre sull’erba, a tuffarsi nei ruscelli e a esplorare il rigoglioso bosco. Cic, in piedi sopra Omi, era capace di cogliere una mela che poi gustavano insieme. I due compagni, mangiando e camminando, erano giunti in un’altra parte della foresta. Qualche volta Omi restava indietro, perché era un po’ pigro, ma Cic lo aspettava sempre. Purtroppo in quel momento passava lì vicino Gianfras, uno gnomo basso e grasso, con il naso brufoloso e i piedi a salsiccia. Il grassoccio, nascosto dietro un frassino, osservava i due amici che giocavano. Gianfras, a guardarli felici e contenti, aveva avvertito invidia e tanta rabbia. Lo gnomo aveva avuto l’idea di rapire Omi, “guarda come sembra morbido”, per farne un cuscino o addirittura un materasso. Il cattivo Gianfras aveva catturato Omi che non riusciva a liberarsi dalla sua stretta. Il furfante aveva intenzione di far mangiare molto Omi, perché “più mangia, più diventa grasso”. Cic, molto preoccupato, correva per il bosco, chiamando e cercando il suo inseparabile amico.
Deliziose illustrazioni accompagnano “Omi e Cic”, un testo piacevole che rende omaggio all’amicizia, affetto ispirato da affinità di sentimenti e da reciproca stima. Roberto Piumini ha pubblicato trent’anni fa un testo che, riproposto dalla casa editrice romana Gallucci in un’edizione rinnovata, continua ad affascinare generazioni di lettori in virtù della sua attualità e gradevolezza.
“Rimasero sempre insieme a tuffarsi nei ruscelli, raccogliere bacche, parlare, ridere e giocare”.
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