Ora e per sempre
- Autore: Ray Bradbury
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2012
“Ora e per sempre”: che frase banale, scontata, mille volte sentita e risentita. Cosa suggerisce alla vostra fantasia? Quasi certamente uno sdolcinato dialogo fra innamorati in qualche romanzetto rosa, ma siete fuori strada. D’altronde, è il nome stesso di Ray Bradbury che dovrebbe parlarvi di ben altro. Se esce dalla sua penna, una frase come questa acquista subito un altro significato: ora e per sempre, un filo che va al di là, un respiro che attraversa il confine tra la vita e la morte, come un ponte che le unisce senza soluzione di continuità, arrivando quasi a confonderle.
Di vita e di morte si parla in questi due racconti lunghi, di genere puramente fantascientifico. Nati per diventare, rispettivamente, una pièce teatrale (o, in alternativa, un film) da far interpretare a Katharine Hepburn e un radiodramma da far dirigere a Norman Corwin, sono stati invece riuniti in questo libro. Eterei, sospesi in un tempo indefinito, sono come due sogni che l’autore voglia raccontarci, ma sono sogni inquietanti, offuscati da quella eterna paura della morte che poi, in fondo, è più curiosità, o anelito di liberazione, che vera paura. La fine della vita, per Bradbury, è eternità, è legame che non si spezza, anzi, a volte si rinsalda, è l’ignoto e l’infinito, è continuare a camminare.
“Da qualche parte suona un’orchestrina” è il primo racconto, un mondo impalpabile, campato per aria, sottile come un filo di brezza estiva che non turba l’immobilità del paesaggio. James, il protagonista, viaggia su di un treno preso per impulso, che lo scarica al volo in un paese sconosciuto, dentro a una stazione quasi deserta, se non per l’addetto tuttofare che è sia capostazione che bigliettaio, guardiano notturno, tassista e qualsiasi cosa gli serva di essere. E’ lui che conduce James in una strana casa, popolata da personaggi fuori dal tempo, distanti, indolenti, e dove James conosce e si innamora di Nef, la più bella donna che abbia mai visto. Straordinaria la descrizione di un atto sessuale fra i due, trasfigurato in una tempesta di neve che squarcia una calda giornata estiva, un tuffo nel mare in burrasca, denso di passione senza la minima traccia di volgarità, senza che scappi neppure un termine inopportuno. Ma la felicità di James è strana, piena di dubbi: perché le persone che lo circondano sembrano sospese nella loro età? E dove sono i bambini? Incuriosito, si spingerà fino al cimitero, facendo una scoperta sconvolgente. Sarà Nef a raccontargli la loro storia, e quella di quel posto che non si trova su nessuna carta. James dovrà scegliere: tornare alla vita di sempre o passare infiniti giorni come “ibernato”, ma insieme a Nef.
“Leviatano 99” è, invece, una rilettura in chiave spaziale di “Moby Dick”. Leviatano è una cometa, descritta dai protagonisti come un vero mostro fatto di carne e ossa, capace di respirare, aggredire, fagocitare. A causa sua ha perso la vista il capitano della Cetus 7, la nave spaziale sulla quale si imbarcano Ismaele, il terrestre, e Quell, l’alieno. La cecità ha reso folle il capitano, inducendolo a trascinare i suoi uomini all’inseguimento della cometa, con il solo scopo di distruggerla, trascurando ogni altra opportunità di dividere momenti comuni o aiutare altri equipaggi in difficoltà. Una missione suicida, predestinata al fallimento e all’annientamento di chiunque vi prenda parte.
Un libro, uno scrigno per due piccoli gioielli, destinati a chi vuole veramente volare con la fantasia.
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