Lo zen nell’arte della scrittura
- Autore: Ray Bradbury
Libera il genio creativo che è in te
Il grande illusionista se n’è andato che era un vecchio-bambino. Se n’è andato di maggio, dopo averne inventate di tutti i colori, ma chissà che anche la morte non faccia parte dei suoi trucchi. Mr. Elettrico in persona, una volta, glielo aveva detto che non sarebbe mai morto, quindi probabilmente Ray Bradbury ora se la gode in uno dei suoi svariati universi paralleli (dove continua a picchiare sui tasti della macchina da scrivere, come ha fatto per una vita, potete scommetterci).
Definire Ray Bradbury uno scrittore di fantascienza è semplificare alquanto: significa svilirne la portata autentica, che è quella di “poeta”, prima ancora che di narratore. Le parole dei suoi racconti “suonano”, come suonano quelle dei grandi scrittori e dei poeti veri, per l’appunto. Il discrimine tra l’alto e il basso letterario lo fa il “come” piuttosto che il “cosa”, e il come di Bradbury, signori miei, tintinna limpido come le monete d’oro zecchino di una volta.
In assoluto uno dei più grandi scrittori di short stories di tutti i tempi, senza altri aggettivi. Bradbury ha scelto di raccontare soprattutto di cronache marziane e bau bau striscianti in chissà quali soffitte, ma se avesse scelto di occuparsi di storia contemporanea o di romanzi d’amore sarebbe stato lo stesso: grande letteratura, punto e basta.
Ne “Lo zen nell’arte della scrittura” che DeriveApprodi rimanda in libreria a pochi mesi dalla morte dello scrittore, sono svelati i trucchi del suo mestiere di mago. Tutt’altro che il canonico manualetto per aspiranti scrittori, “Lo zen nell’arte della scrittura” è un libro per chi ha ancora capacità e orecchie per intendere, è il racconto di una vita “consacrata” alla pagina e alla fantasia: dagli acerbi tentativi alla professione, con la medesima “gioia”, lo stesso stupore di bambino sedotto da Buck Rogers, i circhi, i racconti di Weird Tales, Lon Chaney e chissà quante altre golosità per anime speciali. Altro che l’intellettuale tormentato, di certa agiografia letteraria!
In questa antologia di saggi sull’atto e il senso dello scrivere, Bradbury rivela essenzialmente di sé, delle sue paure riposte, dei suoi sogni, della genesi, spesso strampalata delle sue storie, delle sue svariate passioni: il materiale che ha fatto da limo alla sua arte di raccontare storie. Bradbury ha seguito, in fondo, una sola regola: assecondare se stesso, seguire l’istinto e i propri interessi, in una parola la propria vita. Detta così sembra niente, ma è la pratica più difficile. Figura, per esempio, tra i consigli dei manuali accademici di scrittura?
Lo zen nell'arte della scrittura. Libera il genio creativo che è in te
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