Pierre e Jean
- Autore: Guy de Maupassant
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2023
Pierre e Jean di Guy de Maupassant (REA Edizioni, 2023, traduzione di Giacomo Caccavale) sembra un quadro impressionista: Gérome Roland, il padre e proprietario di una barchetta, pescatore della domenica che non ha ancora preso niente, mentre Pierre e Jean dicono di aver preso quattro, cinque pesci a testa, mentendo spudoratamente, mentre al centro c’è la signora Rosémilly, vedova e avvenente, che vorrebbe risposarsi al più presto, perché la solitudine la deprime e poi c’è la signora Roland, già rossa in volto.
Gérome Roland era una gioielliere parigino, poi si è stancato e ora con la moglie vivono a Le Havre, mentre i ragazzi sono rimasti a Parigi per continuare gli studi universitari.
Pierre ha avuto molti problemi all’inizio, non trovava la sua vocazione, poi decise di diventare medico, e si laureò col più giovane fratello Jean, un ragazzo dotato di una capigliatura rossa, che aveva seguito normalmente i suoi studi in giurisprudenza.
Una famiglia borghese come tante altre. Ma Guy de Maupassant, che trovava il cuore degli uomini intriso di male e di tradimenti, innesca una bomba a orologeria.
Pierre ha cinque anni in più rispetto al fratello e ancora deve trovare uno studio medico, consapevole di aver perso tempo, mentre il fratello è più pacato e affettuoso. Entrambi fanno a gara quando sono a Le Havre di corteggiare la signora Rosémilly, che ha solo ventitré anni ma ha già elaborato il lutto per il primo marito, ha una simpatia palese per Jean, un ragazzo semplice e buono, già pronto a mettere su famiglia eventualmente.
Se la signora Roland aveva deciso che la giovane donna diventasse sua amica, era proprio perché la voleva come nuora, avendo ereditato dal primo marito una tale fortuna da renderla ricca. Maupassant nei suoi romanzi e racconti mette sempre al primo posto l’avidità, lo stare bene economicamente, il successo personale, mentre l’amore romantico, la modestia e l’umiltà di cuore sono solo concetti adatti per chi ha perso nella vita e non lo vuole ammettere.
Quindi la signora Roland invita la giovane a cena e una volta arrivati a casa, la domestica riferisce alla famiglia che il notaio è passato più volte perché ha delle cose da dire alla famiglia.
Tutti vanno dal notaio dove apprendono che il signor Leon Maréchal è deceduto e, non avendo parenti prossimi, lascia una ingente somma di denaro a Jean Roland, perché lo ha visto crescere. Dall’abbattimento per la perdita alla contentezza il passo è breve.
Ma Pierre, che non ha ereditato niente gira per rue de Paris, la strada più famosa di Le Havre, pensando che un buon amico di famiglia non lascia i suoi averi solo a una persona, in questo caso il fratello.
Qualcosa non torna, e non è solo una legittima invidia per la nuova ricchezza del fratello, ma qualcosa di più urticante e malevolo.
Se chi scrive dicesse dove i pensieri di Pierre vanno a parare, il gusto e il sugo della narrazione non avrebbe certo il timbro dello scrittore.
La vita stessa di Guy de Maupassant fu un’altalena di fatti positivi e negativi, ma non rinunciò mai al suo tormentoso realismo in Letteratura, con i suoi due modelli di scrittura, Zola e Flaubert, cui aggiunse il filosofo Schopenhauer.
La piccola borghesia, sempre a brigare, per avere più soldi, più successo, era il modello di vita che lo scrittore d’oltralpe detestava.
Nella versione francese, il racconto lungo Pierre e Jean doveva uscire come un romanzo, quindi l’autore vi aggiunse anche un breve saggio dal titolo Le roman.
Pierre et Jean
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