Quattro etti d’amore, grazie di Chiara Gamberale

Chiara Gamberale ritorna in libreria con Quattro etti d’amore, grazie, un romanzo che pur presentandosi con uno stile semplice, diretto ed estremamente comunicativo e pur raccontando una storia che apparentemente può sembrare quotidiana e per nulla originale, nasconde invece, nella profondità stessa dell’intreccio, riflessioni che coinvolgono la vita e l’importanza delle scelte per ciascuno di noi.

Erica e Tea sono le protagoniste, due donne completamente diverse che si incontrano ogni giorno al supermercato, sbirciando l’una nel carrello dell’altra senza mai rivolgersi la parola o scambiare qualche chiacchiera. La prima è una madre di famiglia, con un lavoro in banca, sposata con un uomo che la ama e con cui si prende cura di due figli. La sua vita sembra apparentemente perfetta e lo è agli occhi di Tea, un’attrice sposata con uomo che la tratta come un personaggio televisivo, alle prese con un’esistenza di successo, ma piena di vuoti e falsità. Tea ammira Erica, chiamandola la signora Cunningham, ossia la madre perfetta della serie televisiva Happy Days, perché pensa che lei rappresenti la donna e la madre ideale, con una vita piena di soddisfazioni e costruita in modo saldo e sicuro. Non sa, invece, che anche Erica ha le sue delusioni, i suoi rimpianti e i suoi sogni, come quello di incontrare dopo anni ed anni, l’unico uomo che abbia davvero amato e che ha conosciuto quando era soltanto una ragazzina. Anche lei ammira Tea, invidia la perfezione del suo corpo da attrice, quella vita che immagina sia piena di libertà, di viaggi, di esperienze e di conoscenze.

Entrambe quindi, diventano senza saperlo, l’una il mito dell’altra e continueranno per tutto il romanzo a conoscersi attraverso gli sguardi che riserveranno alle spese dell’altra, spese così diverse ma nello stesso tempo estremamente significative.

Particolare è senza dubbio l’ambientazione del romanzo che vede come scenario principale quello di un supermercato, che di solito è un luogo di passaggio e dove la spesa di ciascuna persona rivela che tipo è. Mentre Erica compra tutti prodotti per famiglie che denotano la volontà di cucinare e di dedicarsi alla preparazione dei piatti dolci o salati come farebbe una vera e propria madre di famiglia, Tea invece, compra soltanto cibi esotici, alcolici e yogurt light, e sarà proprio questo che spingerà Erica a fantasticare su quanto possa essere esotica, piena di esperienze e mai noiosa la vita della sua platonica amica.
Tra i giri negli scaffali e la scelta dei prodotti, continuano a spiarsi a vicenda, unendo alle riflessioni sulla scelta dei cibi, i pensieri sulle loro vite e sui loro mancati appagamenti.
Oltre ai mariti, nelle vite delle due protagoniste, si muovono anche altri uomini, che testimoniano, insieme alle amicizie, ai rispettivi lavori e alla presenza di facebook, come sfogo e diversivo, che in mezzo alla ricerca della pasta preferita e del condimento giusto, c’è anche la volontà di combattere le illusioni, di conquistare un po’ di fiducia e soprattutto di trovare l’amore.

Ogni capitolo si apre con una lista della spesa, rendendo il clima del romanzo molto leggero e persino divertente, soprattutto grazie alla scrittura estremamente colloquiale e alle battute messe in bocca alle protagoniste che rendono la lettura molto piacevole. Tea, quasi come se si trovasse di fronte l’incarnazione della dea madre e moglie perfetta, invoca ironicamente l’aiuto e la benevolenza di Erica attraverso una frase che inevitabilmente rappresenta il senso dell’intera storia:

“Signora Cunningham che giri per il supermercato, dammi oggi il tuo amore quotidiano. Amen”.

Questa frase ci lascia un sorriso sulle labbra e ci fa comprendere che prima di tutto, tanto Erica quanto Tea, pur essendo fatte di due "paste" completamente diverse, non cercano altro che l’amore, un amore che nel romanzo comincia e finisce nei carrelli di due sconosciute che nonostante questo non smettono di sognare e sognarsi.