Radio Londra. Voci dalla libertà
- Autore: Mario Bussoni
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2017
“Tu-tu-tu-tuum. Parla Londra”
la voce era stentorea ma disturbata da scrosci e fruscii nell’etere. Appuntamento quotidiano atteso in gran segreto dalle famiglie italiane settantacinque anni fa e dintorni, Radio Londra era il brivido di una sfida personale al regime fascista, una sommessa violazione delle regole, una trasgressione indispensabile per informarsi sull’andamento vero della guerra. Oggi, “Radio Londra. Voci di libertà” è un breve saggio di Mario Bussoni, giornalista, scrittore e docente di storia, pubblicato a marzo dalle edizioni Mattioli 1885, di Fidenza, nella collana Archivio Storia (pp. 124, euro 12,50).
La trasmissione proibita si annunciava con quattro rimbombi di timpano: tu-tu-tu-tuum, tre brevi e uno lungo. Nel linguaggio Morse quel suono rappresenta la lettera V, di vittoria o anche di verità, che gli ascoltatori clandestini cercavano nelle trasmissioni del nemico in lingua italiana. Il vero, rispetto alle tante bugie della tronfia propaganda bellica fascista. Erano le trasmissioni della BBC, l’ente privato britannico di radiodiffusioni, vietatissime in Italia. Nonostante tutti gli sforzi del regime mussoliniano di schermarle con interferenze, l’ascolto della stazione radio londinese sulle onde corte diventò un fenomeno di massa, in un paese in guerra contro la “perfida Albione”. Era anche uno dei pochissimi mezzi per ottenere notizie attendibili sull’andamento del conflitto, perché quella fonte inglese forniva le informazioni col giusto distacco dai commenti. Venivano verificate il più possibile ed erano quanto di più lontano dalle rumorose e dubbie voci di regime care al Ministero dell’informazione tedesco e al Minculpop italiano.
L’ascolto risultava rigorosamente proibito e punito, ma Radio Londra diventò assai popolare, tornando puntuale ogni 24 ore, per 1.183 giorni, nonostante le dure sanzioni previste: due mesi di carcere e ben mille lire di multa. Intere famiglie si sintonizzavano sulle sue lunghezze d’onda, in barba alle scariche provocate dagli apparati di disturbo. L’ascoltavano col volume al minimo, magari sotto una coperta di lana, per paura d’essere ascoltati dal vicino, anche se questi a sua volta adottava lo stesso accorgimento.
Tutte le trasmissioni di Radio Londra erano gradite agli ascoltatori italiani perché offrivano qualcosa in più dell’emittente fascista. Nei notiziari erano impegnati redattori, traduttori, annunciatori, corrispondenti di guerra, uomini e donne di varie nazionalità, assoggettati a turni massacranti, ma tutti entusiasti del proprio lavoro. Non mancavano stringati commenti e persino gustosi siparietti, che vedevano impegnati musicisti, commediografi, sceneggiatori e attori, momenti d’evasione e divertimento che proponevano uno stile scanzonato del tutto sconosciuto in Italia. Di successo anche la “musica proibita”, visto che dal 1938 era vietato l’ascolto pubblico e privato del jazz, considerato espressione del
“decadentismo demoplutogiudaico”.
Soprattutto le notizie, si è detto, erano ritenute molto più complete e credibili, grazie al netto distacco con le opinioni.
Lo sviluppo del servizio italiano ebbe avvio il 27 settembre 1938, in piena crisi di Monaco. Una trasmissione giornaliera di 15 minuti, dalle 19,45 alle 20. Dal settembre 1939 divennero due, poco dopo tre, addirittura cinque dal maggio 1940, poi dieci dal febbraio 1942, per un totale di 155 minuti quotidiani, che divennero 170 dal 31 maggio 1942, per raggiungere i tredici appuntamenti quotidiani nel marzo 1943. Il massimo si toccò con 255 minuti giornalieri dal novembre 1943, in piena resistenza, Repubblica sociale e lenta avanzata delle truppe alleate lungo la penisola.
Altri motivi di successo furono la professionalità e le notevoli capacità di empatia con gli ascoltatori italiani delle voci più famose di Radio Londra, dal carismatico Harold Stevens, il famoso Colonnello Buonasera, all’arguto polemista Candidus (John Marus), tanto abile nel contrastare la propaganda nazifascista che Giovannino Guareschi battezzò Candido la sua testata satirica di successo nell’immediato dopoguerra.
Con le parole del col. Stevens, possiamo dire che l’ascolto di radio Londra era l’unica forma di protesta di massa, muta, anche se non sorda; spontanea, anche se inorganica; concorde, anche se sgorga da sentimenti diversi e contrastanti; vasta, anche se composta da elementi individuali e progressivamente sempre più vasta, più concorde, più spontanea.
“Non è merito nostro, di noi che lavoriamo giorno e notte qui a Londra per informare il pubblico italiano di quanto avviene nel nostro paese e nel mondo: noi cerchiamo soltanto di avvicinarci alla realtà dei fatti e di ragionare con sincerità e buon senso. Ma sappiamo che l’Italia ha sete di verità e di senso comune e non è possibile allontanare dall’acqua le labbra degli assetati. Due mesi di arresto e mille lire di multa sono troppo pochi per questi imputati e di più sarebbe troppo per i giudici. Buona sera”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Radio Londra. Voci dalla libertà
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