Ritratti di morte
- Autore: Pierluigi Porazzi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Pierluigi Porazzi, laureato in Giurisprudenza, lavora presso la regione Friuli Venezia Giulia ed è divenuto in poco tempo una delle firme accreditate del genere giallo “noir”.
Chi scrive pensa che l’apprezzamento derivi dal fatto che l’autore scrive soprattutto di luoghi e di uomini e donne che conosce. In questo libro è protagonista la città di Udine, situata appunto nel cuore del Friuli. La seconda ragione è data dal fatto che la letteratura di genere si sta estendendo dovunque, sempre con maggior successo, lo dimostra il giallo La pietra del rimpianto di un autore islandese che ha già pubblicato con successo altri libri, Arnaldur Indridason, per Guanda editore.
Un altro motivo è che lo stile di Porazzi è estremamente preciso, ma al contempo vago nelle reazioni emotive. In Ritratti di morte (La Corte, 2023) troviamo questo personaggio detto Alex Nero, presente in altri libri dello scrittore e poi vie e piazze di Udine conosciute e reali.
L’inizio è subito frenetico con una ragazza assassinata nella sua casa, di nome Karen, che viene trovata dal professore universitario, l’amante con cui la ragazza intratteneva una relazione. Lui ricorda di non aver fatto del male a nessuno, ma la paura di uno scandalo lo tormenta al punto da spingerlo a pulire tutto, rifare i letti, distruggere ogni traccia di DNA, lasciare un ambiente asettico con un ragazza morta, in un appartamento che divide con un’altra studentessa, Veronica, che sa dell’affaire amoroso dell’amica e quindi non si fa trovare.
Poi ci viene presentato, in un altro capitolo Alex Nero, che come già anticipato, sembra un giovane uomo che ha già sperimentato su di sé l’orrore criminale, dal momento che la moglie Elena e la figlia Alice sono state uccise da un serial killer chiamato il “Teschio”. Lui si lascia vivere, avendo come nemiche le ore delle notte fonda, quando il dolore diventa insopportabile.
Ora Alex vive nella casa di un amica, Aiko, e collabora ancora con la polizia, anche se le sue occupazioni quotidiane si sono ridotte allo stare col suo cane Zarko, un pastore tedesco, e poco altro. Squilla il cellulare e a parlare dall’altro capo della linea è la voce ansiosa di un uomo che si presenta come un amico di vecchia data della moglie: è il professor Riva e dalla voce sembra una cosa seria, per cui Alex lo raggiunge in tarda mattinata nel suo ufficio universitario.
Alex Nero, pur capendo lo scandalo di un uomo sposato che intrattiene una relazione sessuale con una sua studentessa e tutto il bailamme che potrebbe succedere, non riesce a capire perché l’uomo abbia pulito ovunque eliminando le tracce.
Nel frattempo due fratelli, Ginevra e Ivan, vogliono parlare con l’ispettrice Alba Leone, in merito a un cold case. L’indagine in questione riguarda la sorella Monica Sarti, uccisa nel 2009, che non ha trovato ancora giustizia. Ginevra, soprattutto, non riesce a capire come mai la polizia si è arresa ai tempi, così presto.
L’ispettrice, indispettita da una busta che le viene consegnata con dentro cinquemila euro dai due fratelli, restituisce i soldi ma si fa spiegare un caso che ormai ricorda lontano nel tempo.
Monica Sarti era una brava pittrice che ebbe per poco tempo una certa celebrità, ma con l’aumento dei prezzi dei quadri aveva capito che stava correndo un rischio, quasi come se sapesse che sarebbe stata uccisa a breve.
E lo si vede dai quadri e dai disegni, le immagini anamorfiche. In particolare dopo una domanda posta dalla Leone si capisce cosa sono quelle figure che si vedono solo in una certa angolazione.
Le indagini di un avvenimento recente e un cold case si ritrovano collegate grazie alla bravura di chi sta indagando: il consulente esterno Alex Nero e l’ispettrice Alba.
E da qui si parte tra interrogatori, appostamenti, telefonate piuttosto avvincenti.
Non ci sono guizzi particolari, ma lo scrittore Porazzi sa come dosare gli avvenimenti, soprattutto quelli inaspettati. Grazie anche a dialoghi credibili, per tutta la durata del libro.
Semmai si può far notare un’abitudine che sta prendendo piede in tutta la letteratura di genere: la quantità delle pagine. Uno scritto medio è sulle trecentocinquanta pagine, ma molti arrivano a cinquecento pagine. Troppe, se si vogliono evitare ripetizioni o anche riassunti delle ripetizioni.
Ritratti di morte
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